furbetti delle mascherine

15mila mascherine contraffatte in modo grossolano vendute a Imperia

Sulle scatole anche errori di ortografia. Operazione della Finanza e Agenzia delle Dogane che ha sequestrato la merce e denunciato due cinesi: in vendita a 50 centesimi con marchio Made in Italy tra Imperia e Pontedassio

15mila mascherine contraffatte in modo grossolano vendute a Imperia
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Due denunciati dalla Guardia di Finanza che ha scoperto una rivendita illecita di mascherine (15mila) tra Imperia e Pontedassio e denunciato due persone di nazionalità cinese.

Le mascherine con marchio made in Italy e della comunità europea palesemente falsi

Nel quadro di una iniziativa di cooperazione istituzionale finalizzata al contrasto della contraffazione,  il 4 febbraio u.s., i finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Imperia e i Funzionari Agenzia Delle Dogane dei Monopoli di Imperia hanno rinvenuto e posto sotto sequestro 15.564 mascherine protettive chirurgiche, sia per adulti che per bambini, prive di certificato di conformità del produttore e vendute con marchio “CE” grossolanamente contraffatto, nonché 280 tra contenitori ed etichette adesive riportanti il marchio “CE” contraffatto che venivano utilizzati per il confezionamento delle mascherine presso due esercizi commerciali gestiti da un soggetto di etnia cinese ad Imperia e
Pontedassio (IM).

Sulle scatole di Pontedassio la bandiera italiana ed errori ortografici

Nel punto vendita di Pontedassio, le mascherine erano poste in vendita in scatole sulle quali era stampata la bandiera italiana con la dicitura “Made in Italy”, nonché la bandiera europea con la dicitura “European Quality”. Le confezioni evidenziavano inoltre palesi errori ortografici serialmente ripetuti.
La responsabile del punto vendita non era inoltre in grado di fornire alcuna documentazione attestante l’autorizzazione a commercializzare i presidi sanitari in questione rilasciata dall’Istituto Superiore di Sanità, né documentazione fiscale utile a certificare la provenienza del prodotto.

Il laboratorio di stoccaggio a Imperia

Nel punto vendita di Imperia, veniva poi rinvenuto nel retro dell’esercizio commerciale, una sorta di laboratorio di stoccaggio delle mascherine ed utilizzato per il confezionamento delle stesse, con tanto di mendace etichettatura CE e imbustamento delle mascherine protettive irregolarmente poste in vendita, al prezzo di circa 50 centesimi l’una.
In esito al controllo, venivano denunciati alla Procura della Repubblica di Imperia due soggetti di nazionalità cinese per i reati di “frode nell’esercizio del commercio”, “vendita di prodotti industriali  con segni mendaci”, “introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi” e “ricettazione”. Il sequestro veniva poi convalidato dal P.M., Dr.ssa Marrali, il giorno 6 febbraio u.s..

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