A Imperia tutto chiuso, flop della "protesta gentile" #IoApro
Dispiegamento interforze a pattugliare le vie del centro
Non ha attecchito, nel capoluogo, la manifestazione #IoApro, partita dal web che avrebbe visto i ristoratori non abbassare le serrande alle 18:00, secondo quanto dispongono i decreti governativi, in aperta protesta alle massacranti - per la categoria - regole necessarie a contenere il contagio da Coronavirus.
Nessuno aderisce a Imperia
Alcune indiscrezioni - più che altro voci di corridoio - sembravano indicare che un paio di locali a Imperia sarebbe "salito sulle barricate" protestando contro le chiusure imposte dal governo guidato dal premier Giuseppe Conte, ma la sfida all'esecutivo non ha, alla fine, trovato terreno fertile. Nessuno dei locali, tra bar, pub e ristoranti nel capoluogo di provincia, ha scelto di non chiudere dopo le ore 18:00. Fonti vicine ai ristoratori imperiesi indicano che la scelta - oltre a risparmiare pesanti sanzioni ai gestori - sarebbe stata maturata nello sforzo di non mettere in difficoltà i clienti degli esercizi, anche loro passabili di sanzione amministrativa.
Città blindata
In effetti, lo scenario è questo: per le vie di Imperia, un grande dispiegamento interforze pattuglia la città. Difficile sottrarsi alle maglie delle forze dell'ordine, in un momento delicato che, come ha spiegato il governatore della Liguria Giovanni Toti, a margine dell'ingresso d in zona arancione, necessita ancora "Dell'attenzione alta e di sacrifici, avanti ancora una settimana". Dall'entrata in vigore dell'ultimo Dpcm di oggi, infatti, la regione, come gran parte d'Italia, balza in zona di rischio medio-alto (arancio) con Rt a 1,15. Nonostante questo, il governatore si è detto fiducioso, i dati stanno migliorando.
La protesta
L'hastag #IoApro è partito dai social ed è presto diventato virale, lanciato dallo slogan Io Apro per non chiudere mai più sfociando in una protesta - che gli aderenti definiscono "disobbedienza gentile" - da Nord a Sud: in sostanza, alcuni esercenti non chiudono i loro locali per l'ora di cena, nella giornata del 15 gennaio. L'idea - che ha riscosso il sostegno, tra gli altri, di Matteo Salvini, segretario della Lega e di altri politici (tra cui il parlamentare e sindaco di Sutri Vittorio Sgarbi) - però ha diviso i ristoratori, anche nelle fasi organizzative ( frenetiche sui social, specie Facebook e Telegram, con sezioni dedicate alle singole regioni e province). In molti hanno scelto comunque di evitare le sanzioni o di tutelare, in un certo qual modo, la salute della comunità.
Le regole per combattere le regole
In ogni caso, la protesta IoApro ha visto gli organizzatori dotarsi di alcune ferree regole da rispettare, comunque nel rispetto della situazione emergenziale e nella tutela della salute: conti al tavolo al massimo alle 21:45, rispetto delle norme anti Covid (mascherine, gel igienizzante, distanziamento sociale) e la "disobbedienza gentile" nei confronti delle forze dell'ordine che fanno solo il loro lavoro. Nel volantino di lancio dell'iniziativa, anche i contatti per ricevere assistenza legale in caso di sanzione (sia per i clienti che per i gestori) e le modalità di partecipazione all'evento.