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Aeham Ahmad: "La striscia di Gaza è una prigione a cielo aperto"

Il pianista siriano-palestinese che nel pieno della guerra civile ha commosso il mono suonando tra le macerie del campo profughi

Aeham Ahmad: "La striscia di Gaza è una prigione a cielo aperto"
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Una stilettata di luce che trafigge il sudario della guerra: questo è stato ed è Aeham Ahmad, (nelle foto di Roberto Molteni) pianista siriano, figlio di profughi palestinesi, sul palco dell’Ariston per ritirare il premio che il Club Tenco assegna a margine della Rassegna della Canzone d’Autore ai musicisti che hanno promosso i diritti umani e la libertà a discapito della propria vita.

 

Aeham Ahmad sul palco dell'Ariston per ritirare il premio Yorum

La presenza di Aeham a Sanremo per ritirare la targa, il premio Yorum assegnato in collaborazione con Amnesty International si veste di drammatica attualità con l’acuirsi della crisi in Medio Oriente in seguito dell’offensiva oltre la striscia di Gaza lanciato da Hamas il 7 ottobre e il contrattacco di Israele contro l’exclave palestinese. Con un tributo di sangue, tra i civili di entrambi gli schieramenti, devastante.

 

 

"La striscia di Gaza è una prigione a cielo aperto2

«Hamas non rappresenta il popolo palestinese- ha detto ai giornalisti in mattinata, prima di salire sul palco la sera, il musicista-, il rapporto è di cinque su cento. Così come lo Stato Islamico e Al Quaeda non rappresentano la totalità dei musulmani. Mi sento vicino alla sofferenza di tutte le persone. Ai ragazzi ebrei uccisi durante una giornata di festa e alle migliaia di civili palestinesi morti a Gaza sotto le bombe di Israele. Facendo una considerazione- ha aggiunto- , pensate alla situazione esplosiva che si creerebbe in un Centro di Permanenza e Rimpatrio in Italia dopo un mese. Ecco, pensate alle condizioni di due milioni di palestinesi rinchiusi nella prigione a cielo aperto di Gaza».

 

"Non esistono profughi di serie A o di serie B"

Ma non è tutto, la sua terra dilaniata è al centro, in realtà della geopolitica mondiale. «Vladimir Putin- ha detto- ha sostenuto fin da subito il dittatore Assad, quindi non sono rimasto sorpreso quando ha invaso l’Ucraina. Sono soddisfatto della risposta unita dell’Europa e il sostegno a Kiev, aprendo le porte a otto milioni di rifugiati dal paese dell’Est Europa. Solo vorrei che la risposta fosse altrettanto efficace e unanime nei riguardi della sponda africana del Mediterraneo. Non esistono popolazioni di Serie A o di Serie B».

 

La storia di Aeham Ahmad il "Pianista tra le macerie"

Ahmad, nato nel campo profughi di Yarmouk alle porte di Damasco nel 1988, è figlio di un violinista cieco e di un’insegnante. I suoi nonni raggiunsero Damasco nel 1948, dopo la fondazione dello Stato di Israele. Nel caos della guerra civile in Siria, tra il 2013 e il 2015 diventa un baluardo della resistenza civile, portando con un pick-up il suo pianoforte tra le macerie di Yarmouk devastata dai bombardamenti, con i miliziani dell’Isis alle porte, per rispondere con la sua musica ai proiettili. Quando Daesh è arrivato, i soldati dello Stato Islamico hanno dato fuoco al suo strumento. Aeham ha lasciato allora la Siria, da solo, per non mettere a rischio la moglie incinta. Quasi cinquemila chilometri lungo la rotta balcanica e un naufragio nel Mar Egeo prima di raggiungere la sicurezza nel cuore del Vecchio Mondo.

 

Infine, l’arrivo a Monaco di Baviera in treno, quasi insieme alla decisione della cancelliera Merkel di accogliere in Germania tutti i profughi in fuga dalla Siria. Un anno e mezzo dopo lo ha raggiunto la sua famiglia con un permesso speciale. Da allora vive con loro a Wiesbaden e ha eseguito numerosi concerti in tutta Europa, Italia inclusa, promuovendo la “bellezza” come una delle cure contro la guerra e l’oscurantismo, portando il suo messaggio di pace nel mondo. A Sanremo si è esibito nella serata di venerdì 20 ottobre, a margine della Rassegna della Canzone d’Autore del 2023, al Teatro Ariston insieme ad Angelo Branduardi, Patrizia Cirulli, Carmen Consoli, Eugenio Finardi e Ron.

Davide Izetta

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