Affitti turistici, arriva la "tassa airbnb". Multe fino a 2mila euro in caso di irregolarità
Esultano gli albergatori "classici" che finalmente vedono tassati anche coloro che affittano un appartamento o solo una stanza ai turisti tramite internet. Dal 1 giugno 2017 scatterà la tassa sugli affitti turistici, un prelievo che avverrà tramite un'imposta sostitutiva del 21% che richiama, in qualche modo la cedolare secca sulle locazioni ordinarie.
La norma conferma l'aliquota al 21% (opzionale) ma stabilisce che i soggetti che esercitano l'attività di intermediazione, agenzie immobiliari o portali online come Booking e Airbnb, agiscano da sostituti d'imposta trattenendo le tasse da pagare.
In caso di irregolarità nella comunicazione dei contratti è prevista una multa fino a 2mila euro.
Secondo i dati di Airbnb, nel 2015 in Italia, c’erano 88.300 host, proprietari di casa che hanno messo a disposizione il loro appartamento per un affitto breve, con un guadagno medio all’anno di 2.300 euro.
Nel complesso, dunque, gli host Airbnb hanno generato 191 milioni di euro nel 2015, pari a 40 milioni di tasse per lo Stato. Buona parte di queste tasse, però, non sarebbe stata versata.
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