Agromafie: un giro d'affari da 24 miliardi e mezzo
La pandemia, secondo Coldiretti, ha aggravato lo scenario "Agroalimentare uno dei settori di investimento prioritari per la malavita"
Con una nota stampa, Coldiretti Liguria lancia l'allarme sulle infiltrazioni mafiose nel settore agroalimentare. Uno scenario che la crisi Coronaviris, secondo quanto riporta Coldiretti, ha peggiorato.
Agromafie: 24,5 miliardi all'anno
"In tempo di pandemia - scrive Coldiretti - le infiltrazioni mafiose sono particolarmente preoccupanti per la filiera agroalimentare, essendo arrivata a contare un business che ruba all’Italia 24,5 miliardi l’anno e che rischia di continuare a crescere a causa della crisi generata dal Covid: anche in Liguria è necessario continuare a tutelare la legalità e con essa produttori e consumatori per sostenere lo sviluppo e l’occupazione."
Un webinar sull'argomento
L'analisi di Coldiretti Liguria a seguito del webinar Emergenza covid: rispetto delle regole, eccezione del diritto, crisi economica,organizzato con il contributo di InHouse(azienda speciale della Camera di Commercio di Genova) al quale sono intervenuti Giovanni Luca Boeri, Presidente di Coldiretti Liguria, Luigi Attanasio, Presidente CCIAA Genova, Marcello Maria Fracanzani, Consigliere Corte di Cassazione e componente Comitato Scientifico Fondazione “Osservatorio Agromafie”, Fabrizio Di Marzo Professore ordinario di diritto Privato e componente Comitato Scientifico Fondazione “Osservatorio Agromafie”, Gen.B.RosarioMassino Comandate regionale Liguria della Guardia di Finanza, Gen.B.Pierto Oresta, Comandante Legione Carabinieri Liguria, e Gian Carlo Caselli Presidente Comitato Scientifico Fondazione “Osservatorio Agromafie”.
"Una delle aree prioritarie di investimento della malavita"
“L’agroalimentare è divenuta una delle aree prioritarie di investimento della malavita –affermano il Presidente di Coldiretti LiguriaGianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa -, che ne comprende la strategicità in tempo di crisi perché consente di infiltrarsi in modo capillare nella società civile e condizionare la via quotidiana della persone. Purtroppo la pandemia ha contribuito ad acuire questa situazione che rischia di travolgere imprese, sia legate all’agroalimentare sia al turismo, dal momento che sono due dei settori maggiorenti colpiti dall’attuale crisi economica. Allo stesso tempo la contraffazione dei prodotti italiani e il cosiddetto fenomeno “italian sounding” fuori dai confini nazionali, colpisce in misura diversa tutte le produzioni, dai salumi alle conserve, dal vino ai formaggi ma anche extravergine, sughi o pasta, mettendo in campo una concorrenza sleale alle nostre produzioni di qualità. Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto delle Forze dell’Ordine confermano la necessità di tenere alta la guardia per difendere le nostre imprese e il cibo che produciamo, sia in Italia sia sul mercato internazionale. Questo è il modo migliore per salvaguardare la nostra salute, ma anche l’intera filiera agroalimentare italiana e l’economia dei nostri territori.”