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IL RACCONTO
"Almeno un tampone potevano farlo prima della quarantena", parla uno degli 8 studenti imperiesi a Malta
"Un tampone comunque lo avrei gradito, prima della quarantena. Non è stato eseguito neppure sul ragazzo risultato reattivo"
La testimonianza di uno degli 8 studenti imperiesi
"Un tampone comunque lo avrei gradito, prima della quarantena. Non è stato eseguito neppure sul ragazzo risultato reattivo, per verificare che fosse realmente positivo". A parlare è Lorenzo Ranise, 18 anni, uno degli otto studenti imperiesi (sette ragazzi e una ragazza) bloccati da ieri a Malta, dopo che uno della comitiva è risultato "reattivo" al test rapido in aeroporto. Al posto, dunque, di rientrare a Milano (da dove erano partiti) sono stati messi in quarantena.
"Ci troviamo a St Julian, una località vicino a Sliema, dove abbiamo trascorso la vacanza - prosegue -. Viviamo tutti in stanze separate, tranne una coppia, anche se all'inizio mi volevano mettere in camera con uno dei miei amici. Assurdo, però, mettere due persone in quarantena nella stessa stanza".
Come trascorri la giornata in albergo? "Leggo, mi sento con gli altri amici in videochiamata. Insomma, cerchiamo di farla passare". Stando a quanto riferito da Lorenzo l'ambasciata italiana sarebbe in contatto con due persone del gruppo: il ragazzo risultato reattivo al Covid e la ragazza, che sono stati investiti della carica di portavoce.
"Ci hanno fatto sapere che se abbiamo bisogno di una visita o accusiamo i sintomi del virus, possono fornirci un'assistenza medica". Per mangiare? "Usiamo una app maltese 'Wolt', con la quale possiamo ordinare cibo, ma volendo anche materiale di elettronica, che ci viene recapitato direttamente in albergo". La movida a Malta com'è? "In discoteca si può entrare dalle 20 e si resta fino alle 2, ma è vietato ballare, si può soltanto stare seduti a un tavolo. In giro c'è la folla".
