"Donne, vita, libertà"

Amnesty International in piazza per le donne iraniane

A un anno dalla morte di Mahasa Amini e dallo scoppio delle proteste, l'associazione chiede la fine della repressione

Amnesty International in piazza per le donne iraniane
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A quasi un anno esatto dalla morte di Mahasa Amini, la ragazza iraniana di etnia curda, assassinata a Teheran dalla Polizia Morale della Repubblica Islamica per non aver indossato correttamente il velo, Amnesty International scende in piazza, a Sanremo, per testimoniare le violenze perpetrate dalle autorità iraniane per soffocare l'ondata rivoluzionaria esplosa dopo l'omicidio della giovane. Le proteste che hanno scosso il paese del Medio Oriente al grido di "Donne, vita, libertà". 

 

Amnesty International in piazza a Sanremo

Secondo quanto riporta Amnesty International, dall'inizio delle rivolte, le autorità iraniane si sono macchiate di crudeltà indicibili: arresti di massa, torture (che comprendono lo stupro delle detenute), utilizzo di armi da fuoco contro i manifestanti, impiccagioni, omicidi, intimidazioni e una stretta ulteriore sulle regole che discriminano le donne in Iran. Come, ad esempio, il divieto a guidare veicoli e all'accesso a servizi fondamentali come il trasporto pubblico, la sanità, l'istruzione e pene degradanti come il lavaggio dei cadaveri. Amnesty International chiede, anche da Sanremo, che la comunità internazionale si attivi per condurre pressioni nei confronti del regime iraniano. A un anno dalla morte di Mahasa, nessuna inchiesta è stata aperta, nessun processo celebrato per quelli che numerose associazioni di controllo sul rispetto dei diritti umani  hanno definito arresti arbitrari e omicidi politici illegali, tra cui quelli di sette manifestanti impiccati per soffocare il morale dei rivoluzionari. Tra le richieste anche la definizione dei Pasdaran (I Guardiani della Rivoluzione) come gruppo terroristico e maggiori libertà per il popolo iraniano, come il libero accesso ai social network e a Internet.

La lotta contro il velo, in Iran, viene definita dalle autorità come un virus, un disordine sociale e una forma di depravazione sessuale. Ancora una volta Amnesty International sposta i riflettori sulla necessità di un intervento per garantire il rispetto dei diritti delle donne iraniane

"L'Iran è un pericolo per tutto il Medio Oriente"

«L'Iran- specificano da Amnesty International- è un pericolo non solo per il pugno di ferro che abbatte sul suo popolo, ma anche per gli equilibri del Medio Oriente intero. Come il suo programma nucleare, il tragico coinvolgimento in Siria, Yemen e Iraq e il supporto alla Federazione Russa nell'invasione dell'Ucraina». 

 

La manifestazione sanremese guidata da Amnesty International a guida di una cordata di associazioni, tra cui Penelope, Anpi e la CGIL. Presenti anche il segretario generale imperiese del sindacato Fulvio Fellegara e la legale sanremese Ersilia Ferrante, impegnata sul fronte dei diritti civili.

 

La situazione in Iran

Intanto, secondo quanto riportano gli organi di stampa internazionale, la situazione in Iran rimane tesa, anche se ha mutato forma. Le rivolte di massa dello scorso anno hanno lasciato il passo a una sistematica disobbedienza civile, localizzata, ma non meno intensa, repressa brutalmente dalle autorità iraniane. Le violenze, all'ordine del giorno nelle carceri della nazione mediorientale, testimoniate anche dalla giornalista 23enne Nazila Maroufian, incarcerata nella prigione di Evin lo scorso anno per aver intervistato, all'indomani dell'omicidio della figlia, il padre di Mahasa Amini. La giovane giornalista, con la registrazione di una chiamata alla famiglia, diffusa sui social network dagli attivisti iraniani, annuncia lo sciopero della fame.

Davide Izetta

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