Avvistata per la prima volta nell'Imperiese una "porpita porpita"

Avvistata sabato scorso, per la prima volta nell'imperiese, a circa sei miglia al largo di Diano Marina, una "Porpita porpita" il "bottone blu" del mare

Avvistata per la prima volta nell'Imperiese una "porpita porpita"
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E' stato avvistato, sabato scorso, per la prima volta nell'imperiese, a circa sei miglia al largo di Diano Marina, un esemplare di "Porpita porpita, noto come il "bottone blu" del mare", ovvero una colonia planctonica, che fa parte di tutta la biomassa che rappresenta la ricchezza del mare aperto. Lo rende noto l'associazione "Informare", di Imperia, che da anni opera nella salvaguardia e nella diffusione della conoscenza del mare. "Si tratta della prima volta che l'avvistamento avviene in maniera documentata - afferma Susanna Manuele, vicepresidente dell'associazione -. Un organismo raro non solo in Liguria, ma anche nel Mediterraneo, che si lascia trasportare dalle correnti marine, non avendo la capacità, al pari di tutti gli altri esseri planctonici, meduse incluse, di nuotare contro corrente".

Di cosa si tratta

Prosegue la Manuele: "Non fatevi ingannare dall'aspetto, perché quello che apparentemente può sembrare un singolo individuo, magari una medusa, in realtà è un idrozoo coloniale della famiglia Porpitidae, una colonia di polipi, zoidi, che si organizzano formando una struttura rotondeggiante, chitinosa, chiamata pneumatoforo, di pochi centimetri di diametro".

Delle camera d'aria

E poi. "La straordinarietà dello pneumatoforo - afferma la biologa marina Monica Previati - è di esser composto da piccolissime camere d'aria collegate tra di loro che incamerano e rilasciano aria in modo da poter far affondare o galleggiare l'animale. Intorno a questo disco chitinoso, che per un subacqueo potrebbe essere paragonato ad un giubbetto per l'assetto variabile in acqua, si possono ammirare i tentacoli blu dei polipi, armati di nematocisti, piccole cellule che contengono dardi urticanti. Come le sue più strette parenti (le cosiddette Velelle, ndr), infatti, anche porpita porpita attacca le prede che stordisce con un veleno urticante. Ma state tranquilli, il veleno non è affatto urticante per l'uomo ma solo sufficiente ad uccidere i piccoli animali planctonici di cui si nutre".

Le sue cellule urticanti

Prosegue Previati: "Si possono ammirare i tentacoli blu dei polipi, armati di nematocisti, piccole cellule che contengono dardi urticanti. Come le sue più strette parenti (le cosiddette Velelle, ndr), infatti, anche porpita porpita attacca le prede che stordisce con un veleno urticante. Ma state tranquilli, il veleno non è affatto urticante per l'uomo ma solo sufficiente ad uccidere i piccoli animali planctonici di cui si nutre".

Se qualcuno si stesse chiedesse se questo animale sa nuotare, la risposta è no, o per meglio dire P.porpita, così come le meduse, non sa nuotare contro corrente e per questo viene definita un organismo planctonico, facente parte del pleuston ovvero di quel gruppo di individui che hanno una parte del loro corpo galleggiante, in questo caso lo pneumatoforo ed una parte immersa, per P. porpita i tentacoli.

Vagabondo del mare

"Quindi - conclude Gianmichele Falletto, presidente dell'associazione Informare - non vi spaventate se domani vedrete splendidi bottoni blu rotondeggianti galleggiare nel mare. Oltre ad essere un vagabondo del mare (questa è l'etimologia della parola plancton, ndr), questo idroide coloniale è un organismo cosmopolita; vive infatti tra la superficie fino ai 200 m di profondità nei mari tropicali ma avvistamenti di questa specie sono stati fatti anche nell'Atlantico, nell'Indopacifico e nel Mediterraneo".

Segnalate

"Questa segnalazione è stata molto importante", conclude Fabio Rossetto, video operatore dell'Associazione, "perché di molti animali, soprattutto delle meduse, si hanno poche informazioni. Per questo chiediamo sempre a tutti di inviarci foto e informazioni di avvistamenti particolari al nostro indirizzo mail che info@informare.net. Solo conoscendo meglio il meraviglioso territorio marino che ci circonda, potremo programmare piani di gestione e di tutela più efficaci".

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