Aziende liguri in crisi a rischio infiltrazioni mafiose
Nei porti il narcotraffico e il rischio di altri mercati illegali. Cosche a Ventimiglia e Bordighera
Prima il Coronavirus, in seguito la ripresa e il ritorno ai livelli pre-covid e poi la crisi energetica derivata dalla guerra in Ucraina: le aziende liguri vivono un periodo di crisi che le espone alle infiltrazioni mafiose da parte della criminalità organizzata (in particolare la calabrese 'Ndrangheta). Questo è il quadro che emerge dalla relazione della Direzione Investigativa Antimafia, a margine della relazione semestrale (primo semestre 2022) presentata al Parlamento. Il rischio è che le organizzazioni di criminalità organizzata, attratte dalla centralità strategica dell'attività portuale ligure, possano concentrarsi sulla creazione di alleanze, anche con l'intervento di sodalizi esteri, per acquisire, oltre al narcotraffico, altri settori del mercato illegale.
Rischio infiltrazioni mafiose per le aziende liguri
«Trascorso il periodo di maggiore sofferenza legato all’emergenza pandemica- si legge nella relazione- e dopo i segnali di progressivo miglioramento del quadro economico delle attività produttive liguri con recupero dei livelli pre-covid dei traffici marittimi sia commerciali, sia croceristici, il problema energetico conseguente alle tensioni geo-politiche internazionali rischia di riflettersi negativamente sulle imprese operanti nei settori ad alto consumo. Tale condizione potrebbe incoraggiare la vocazione transnazionale delle mafie e, in particolare, della ‘ndrangheta holding del crimine internazionale a creare alleanze anche con sodalizi esteri funzionali all’acquisizione, oltre che del collaudato settore del narcotraffico, di nuovi mercati illegali, sfruttando plausibilmente le zone portuali su cui la Liguria fonda gran parte della propria forza economica».
I porti liguri attraggono il narcotraffico
Proprio in merito alla centralità dei porti liguri nelle rotte del narcotraffico, ricorda la Direzione, durante il Convegno “Guerra al narcotraffico”, organizzato il 16 maggio 202255 a Genova nell’ambito della Mostra itinerante per il Trentennale della fondazione della DIA, è stata ribadita la necessità di coordinare e moltiplicare gli sforzi per contrastare i principali business criminali nel territorio.
«In particolare- si legge nella relazione al Parlamento- , la commercializzazione su scala internazionale di droghe e l’infiltrazione nei canali dell’economia legale attuata anche tramite l’indebita percezione delle ingenti risorse pubbliche sia per il finanziamento di grandi opere, sia per nuovi progetti che interessano Genova e le riviere»
Lo spaccio di stupefacenti con i gruppi "autoctoni"
Nel territorio regionale si registra inoltre la presenza di gruppi criminali autoctoni, anche di matrice straniera che, grazie alla centralità degli scali marittimi liguri, gestiscono lo smercio degli stupefacenti dalla fase dell’approvvigionamento a quella dello spaccio al dettaglio
Ventimiglia e Bordighera centri della 'Ndrangheta per le infiltrazioni mafiose
Le investigazioni concluse negli anni, sottolinea la Direzione investigativa Antimafia, hanno dimostrato come le organizzazioni calabresi rappresentino una importante presenza criminale nel territorio, con strutturate proiezioni operative. In particolare, già gli esiti dell’operazione “Crimine” avevano qualificato la Liguria come una macroarea criminale delle cosche calabresi, mentre recenti riscontri giudiziari hanno documentato l’operatività di 4 formazioni ‘ndranghetiste, rispettivamente, a Genova, Lavagna (GE), Ventimiglia (IM) e Bordighera (IM). In merito alle altre matrici criminali, alcune attività preventive e repressive eseguite anche fuori distretto hanno evidenziato la presenza nella Regione di sodalizi di camorra e di mafia siciliana, tuttavia non stabilmente strutturati.
Davide Izetta