BANCAROTTA FRAUDOLENTA: INDAGATE BEATRICE PARODI E LA COGNATA MARIA GRAZIELLA COZZI

BANCAROTTA FRAUDOLENTA:  INDAGATE BEATRICE PARODI E LA COGNATA MARIA GRAZIELLA COZZI
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Beatrice Parodi e la cognata Maria Graziella Cozzi, sorella dello scomparso imprenditore e politico Gianni Cozzi, sono ufficialmente indagate per Bancarotta fraudolenta. E' lo sviluppo clamoroso emerso nel corso dell'udienza di oggi davanti al giudice del tribunale di Imperia Silvana Oronzo in seguito all'istanza di fallimento della società Marina degli Aregai, capofila del Gruppo Cozzi Parodi, presentata da una delle società creditrici, la Mannini Group.

La procura di Imperia, intervenuta in udienza con i pm Lorenzo Fornace e Marco Zocco, a quanto risulta a La Riviera non si è limitata ad avanzare autonomamente una richiesta di fallimento di Marina degli Aregai (LEGGI QUI), ma ha ufficialmente messo sotto inchiesta le due titolari del gruppo, in particolare Beatrice Parodi, 47 anni, residente a Bordighera, regista di tutte le operazioni del gruppo che porta il suo nome e quello del compianto marito Gianni Cozzi, ipotizzando che dalle proprietà della società Marina degli Aregai siano stati distratti beni in modo fraudolento.

L'accusa di bancarotta fraudolenta è estesa anche alla cognata Maria Graziella Cozzi, 73 anni, di Taggia.

Beatrice Parodi per un certo periodo, prima del tracollo e delle inchieste, era stata anche al vertice del Porto di Imperia. Non più tardi del 15 aprile scorso, insieme all'ex compagno Francesco Bellavista Caltagirone, e Andrea Gotti Lega, Delia Merlonghi, Pietro Isnardi, Gian Franco Carli, Paolo Calzia era stata assolta dalla precedente accusa di bancarotta fraudolenta per il fallimento del porto.

Tutto è partito dal ricorso del gruppo Mannini che vanta, da Marina degli Aregai, un credito, (liquidato da una sentenza di primo grado del tribunale di Roma) di circa 2 milioni e 400mila euro e che nel marzo scorso aveva presentato istanza di fallimento della società di Beatrice Parodi.

Un ricorso a quanto pare ben argomentato visto che lo stesso giudice Silvana Oronzo ha trasmesso gli atti alla procura, che ha aperto un fascicolo che rischia di scoperchiare un pentolone esplosivo, soprattutto in relazione alla cessione di Portosole di Sanremo a un fondo finanziario e del costruendo porto degli Scoglietti a Ventimiglia alla società dei porti di Monaco. I

n questo senso va letto il blitz della Finanza mercoledì scorso nella sede del gruppo, il porto Marina degli Aregai di Santo Stefano al Mare.

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