La denuncia

Caldo nei commissariati di polizia, la denuncia dei sindacati

"Sono oramai anni che chiediamo che venga installato un impianto di condizionamento dell’aria presso i luoghi di lavoro e gli alloggi collettivi, dove alcuni poliziotti obbligatoriamente devono vivere e dormire"

Caldo nei commissariati di polizia, la denuncia dei sindacati
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"Imperia, terra di sole, mare e...inefficienza e burocrazia! Sì, perché quello che sta accadendo è una vergogna che non può più essere tollerata". Il Segretario Provinciale del SAP - Sindacato Autonomo di Polizia, Stefano Cavalleri lancia l'ennesimo grido di allarme riguardo la mancanza di un impianto di condizionamento dell'aria presso i locali e gli uffici della Questura di Imperia e del Commissariato di Ventimiglia: "sono oramai anni che chiediamo che venga installato un impianto di condizionamento dell’aria presso i luoghi di lavoro e gli alloggi collettivi, dove alcuni poliziotti obbligatoriamente devono vivere e dormire. Le temperature che si sono raggiunte nei predetti locali, sin dai primi giorni di luglio e fino a ieri (35/38 gradi), non sono tollerabili fisiologicamente. Infatti il D.lgs. 81/2008, testo unico sulla sicurezza dei luoghi di lavoro, contiene disposizioni sul microclima che viene considerato come requisito di salute e sicurezza, sottolineando la necessità di 'adeguatezza' della temperatura (24/26 gradi massimo), dell’umidità, e della velocità dell’aria nonché come uno degli agenti fisici che possono comportare rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori. Per tale ragione sono anni ahinoi, che chiediamo all’Amministrazione pubblica (Questore, Prefetto e Opere pubbliche) l’urgenza di un intervento mirato alla minimizzazione e ove possibile alla eliminazione del rischio laddove il microclima impatta sulla salute del lavoratore.

Caldo nei commissariati di polizia, il sindacato: "Condizioni indegne"

Sebbene in alcuni uffici siano stati forniti dei condizionatori d’aria portatili, comunque risultano insufficienti a 'coprire' tutte le aree di lavoro e, soprattutto non sono stati forniti per le camerate dove sono soggiornanti obbligatoriamente i neo Agenti. Non ci sono parole per descrivere l'inefficienza cronica di un sistema che, da anni, costringe gli operatori di polizia e i cittadini a subire temperature tropicali d'estate. Si parla di temperature che raggiungono i 35/38 gradi durante le giornate estive più calde. Eppure, nonostante i numerosi e costosi interventi in atto presso tali sedi, ancora oggi non è dato sapere se verrà mai finanziato e realizzato un completo impianto di climatizzazione dell’aria. È evidente che ciò che chiediamo non è un 'lusso' ma una condizione di lavoro fondamentale per proteggere la salute e l’efficienza dei poliziotti. E nel frattempo? I poliziotti e i cittadini devono continuare a vivere in condizioni indegne, che violano palesemente le norme sulla tutela e la salute dei lavoratori. Ecco il punto: se esiste una norma che tutela e stabilisce le condizioni base per tutti i lavoratori, non è concepibile che proprio chi vigila sulla osservanza delle leggi debba lavorare in condizioni non a norma, a causa della lentezza della pubblica Amministrazione e della sua burocrazia. Ma evidentemente, chi dovrebbe occuparsi della questione ha altro da fare.

Forse sono troppo impegnati a discutere di questioni futili e a rimpallarsi responsabilità. O magari, a trovare nuovi modi per non risolvere problemi che richiedono solo un po' di buon senso e volontà politica. Siamo di fronte all'ennesima dimostrazione di un sistema che non funziona, di una burocrazia lenta e inefficiente, e di un disinteresse totale verso coloro che, ogni giorno, mettono a rischio la propria vita per garantire la sicurezza di tutti, compresi quelli che devono autorizzare, finanziare e 'sbloccare' la climatizzazione dei locali degli uffici di polizia”.

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