"Che Alisa trasmetta i dati sul Coronavirus come le altre regioni"
"Altrimenti si trasmettono messaggi sbagliati ai cittadini". Indagine della magistratura in corso
Con una nota stampa, il PD ligure chiese ad Alisa di adeguare le modalità di trasmissione dei dati sui contagi da Covid-19 allo standard della Protezione Civile Nazionale e delle altre regioni italiane. "Altrimenti si trasmettono messaggi sbagliati i cittadini".
"Che Alisa trasmetta i dati sul Coronavirus come le altre regioni"
"Chiediamo alla Regione Liguria e in particolare ad Alisa di trasmettere i numeri sull'emergenza Covid-19 seguendo il sistema adottato dalla Protezione civile nazionale e dalle altre Regioni italiane. Non solo perché in una situazione come questa ci vuole un'uniformità di informazione su tutto il territorio, ma anche perché altrimenti non si riesce ad avere l'esatto riscontro sui dati e diventa assai difficile fare della valutazioni comparative e comprendere su quali elementi lavorare. Non facciamo dello pseudo federalismo d'accatto anche nella trasmissione dei numeri sul Coronavirus. Almeno sui numeri chiediamo chiarezza. Com'è possibile che la Regione abbia detto ieri che “le persone positive erano 19 in più” del giorno prima, quando la Protezione civile nazionale ne calcolava 103, quasi sei volte di più? Perché per la Regione il totale delle persone positive in Liguria ieri era di 4539, mentre la Protezione civile nazionale parlava di 6039? Che fine hanno fatto i 1500 casi in meno riscontrati da Alisa? È evidente che stiamo parlando di aggregazione di numeri in modo assai diverso, ma in questo modo si rischia di trasmettere ai cittadini un messaggio distensivo sbagliato e pericoloso. La magistratura ha già avviato un'indagine e, in attesa che la giustizia faccia il suo corso, chiediamo che l'amministrazione fornisca i dati in modo univoco e uniforme. Non vorremmo che, a fronte del fatto che la Liguria è oggi la regione in cui si fanno meno tamponi pro capite, nonostante un tasso di letalità molto elevata, questa diversa lettura dei numeri portasse ulteriormente ad abbassare la guardia sul numero dei tamponi effettuati e da effettuare, ancora del tutto insoddisfacente. In questo modo rischiamo di creare danni anche dopo la fine del lockdown, visto che a emergenza rientrata ci potremmo trovare con un alto numero di contagiati di cui non sapevamo l'esistenza. Oggi, al di là di qualche segnale positivo, la situazione è ancora molto preoccupante. Non possiamo assolutamente abbassare la guardia. E non è certo con qualche artificio numerico che supereremo la crisi: la Regione pensi a mettere in campo interventi concreti e correttivi, dove ce n'è bisogno.