Chiude a fine anno la storica bottega "Al Furgaro"
Il titolare: "Sono stanco. Ho provato a vendere, ma nessuno ha risposto all'appello"
Chiude, a fine anno, Al Furgaro. Uno dei laboratori di gastronomia più apprezzati e conosciuti di Taggia. La notizia suscita sensazione perché finora nessuno lo ha rilevati nonostante l'attività di vendita al dettaglio di tante specialità sia avviatissima.
Chiude a fine anno la storica bottega "Al Furgaro" a Taggia
Titolare del Furgaro è Aldo Pozzatello, 60 anni, nato a Taggia. «L'anno fiscale finisce il 31 - conferma - ma al 21 dicembre chiuderò i battenti. Avevo messo in vendita l'attività ma non sono riuscito a tramandare la mia esperienza. Ho iniziato a lavorare a 15 anni e a svolgere questo lavoro con mia nonna Caterina Della Volta e poi mia madre, Felicita Gatti. Mi alzo al mattino alle 3. Alle 6,30 è già tutto pronto. La mia giornata si chiude alle 19».
Con nonna e mamma aveva messo piede Al Furgaro nel 1981. Il negozio (all'epoca in via Genova, oggi in via Milano) offriva esclusivamente sardenaira e focaccia. Poi la famiglia ha integrato l'offerta con altri prodotti. Ai classici canestrelli di Taggia (con una ricetta unica), ha aggiunto, fra l'altro, la torta di zucchine, una autentica prelibatezza. E i "granatini" tabiesi. «Un ricetta - spiega Pozzatello - con farina, zucchero, bicarbonato come lievitante ed essenza di arancio. Amaretti duri ma che messi in bocca si sciolgono e rilasciano il gusto del fiordarancio». Altra ricetta singolare è quella del "panbrioche", a treccia, fedele a quello confezionato nell'antichità. Ulteriore chicca la torta dolce con uvetta. Oltre alle tradizionali sardenaire, focacce e farinate cui si aggiunge la panissa.
«Magari rivelerò qualche ricetta segreta ai clienti affezionati»
Che fine faranno queste ricette uniche? «Magari - anticipa Pozzatello - a qualche cliente affezionato che me le chiede da tempo, le rivelerò». Finora l'esercente ha avuto poco tempo per fare altro oltre il lavoro. «Amo - confida - andare in bicicletta e anche la vita sociale pur se negli ultimi tempi l'ho dovuta un po' abbandonare». In pensione che farà? «Soddisferò di più la mia passione per la bici. Seguo anche molto il ciclismo. E poi andrò in campagna. Sono sempre stato chiuso fra quattro mura e ora intendo stare all'aria aperta. Una ventina di anni fa presi una casetta a Carpasio: ci salirò più spesso».
Marco Corradi