PARLANO GLI AVVOCATI

Condannati a 2 anni i tre ventimigliesi che presero a sprangate Moussa Balde

Nel corso della requisitoria, il 9 dicembre scorso, il pm Matteo Gobbi aveva chiesto una pena a 2 anni e 8 mesi di reclusione

Condannati a 2 anni i tre ventimigliesi che presero a sprangate Moussa Balde
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I tre imputati sono stati condannati a 2 anni ciascuno per lesioni

Il giudice Marta Maria Bossi, di Imperia, ha condannato oggi a 2 anni di reclusione ciascuno: Ignazio Amato, 29 anni, di Palmi (Reggio Calabria), Francesco Cipri, 40 anni e Giuseppe Martinello, 45 anni, entrambi originari della provincia di Agrigento, i tre ventimigliesi accusati di lesioni per aver preso a sprangate, il 19 maggio 2021: Moussa Balde, 23 anni, il migrante della Guinea, che pochi giorni dopo (il 23 maggio) si impiccò nel Cpr di via Brunelleschi a Torino.

Aggressione che a detta degli imputati fu conseguente a un tentativo di borseggio da parte di Balde

Nel corso della requisitoria, il 9 dicembre scorso, il pm Matteo Gobbi aveva chiesto una pena a 2 anni e 8 mesi di reclusione ciascuno. “Ritengo, comunque, che sia stata una sentenza equilibrata. E’ stata concessa la sospensione condizionale della pena - afferma l’avvocato Marco Bosio, che assiste i tre imputati - e sono state riconosciute le attenuanti generiche in misura equivalente rispetto alle contestate aggravanti, come richiesto dalla difesa”.

Per il legale: “Importante è stato anche il risarcimento del danno da parte del danno. Leggeremo comunque le motivazioni ma in generale possiamo ritenerci soddisfatti della sentenza. Valuteremo se ci sono gli spazi per ricorrere in Appello e ottenere una riduzione".

"Una condanna a due anni, è una pena significativa e credo che sia comunque correttamente parametarata"

Per il legale di parte civile, Gianluca Vitale, che assiste la famiglia di Balde: “Il giudice ha riconosciuto le circostanze attenuanti generiche equivalenti sulle aggravanti contestate. Il pm aveva chiesto di escluderle e la difesa aveva chiesto di ritenerle prevalenti. Devo dire che una condanna a due anni, è una pena significativa e credo che sia comunque correttamente parametarata alla gravità del fatto”.

Aggiunge Vitale: “C’è stato anche un risarcimento di tremila euro alle parti civili, che sono già stati corrisposti. Ovviamente risarcimento relativo al tipo di contestazione. Erano stati contestati 10 giorni di prognosi, credo che ci sia stata una sottovalutazione di quell'aggressione da parte delle strutture sanitarie nelle quali era stato ricoverato Moussa. In qualche modo, però, viene riconosciuta la gravità di quell'aggressione, al di là delle conseguenze che andranno viste anche in altra sede”.

"Le responsabilità sulla morte di Moussa non sono sicuramente dei tre imputati di oggi"

Resta ancora un’indagine in piedi, quello relativo alle condizioni disumane nelle quali venivano tenuti gli stranieri, nel Cpr di Torino, dove Balde si è suicidato qualche giorno dopo l’aggressione. “Le responsabilità sulla morte di Moussa - conclude Vitale - non sono sicuramente dei tre imputati di oggi, ma delle istituzioni e su questo andremo avanti. A Torino, tra le ipotesi che si fanno, c'è anche quella del sequestro di persona, essendo stata istituzionalizzata in qualche modo la possibilità di operare un isolamento nel cosiddetto ospedaletto, che non è previsto da alcuna normativa e che tra l'altro avveniva in condizioni assolutamente inumane. Non sono state ancora chiuse le indagini, mi auguro che in lì possa essere stabilità una verità sulle responsabilità dello Stato per la morte di Moussa e purtroppo anche di altri migranti".

Fabrizio Tenerelli

Avvocato Gianluca Vitale
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Avvocato Marco Bosio
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