Tutela dell'ambiente

Crociata dei cittadini contro la diga soffolta nella Baia di Latte

Nasce comitato per ridimensionare tre progetti considerati fortemente impattanti

Crociata dei cittadini contro la diga soffolta nella Baia di Latte
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Tre progetti paralleli (ma collegati), tre dighe soffolte nella Baia di Latte,  a nell'Area Marina Protetta di Capo Mortola, per salvare dall'erosione le abitazioni a ridosso della costa. Un programma che ha incontrato una levata di scudi da parte di un Comitato Spontaneo sorto per ridimensionare i tre progetti  (in capo a soggetti privati, i proprietari delle abitazioni che, nel corso degli anni, si sono "avvicinate" sempre di più alla linea della costa) e salvaguardare l'ambiente marino mozzafiato dell'area.

 

Crociata dei cittadini contro la diga soffolta nella Baia di Latte

«Abbiamo inoltrato le nostre osservazioni allo sportello di Regione Liguria - così Priscilla Cantarella, 31 anni, studentessa di Scienze Naturali che si è fatta portavoce con Prima La Riviera delle istanze del comitato - proponendo anche delle soluzioni alternative per cercare di limitare l'impatto che questi tre progetti, affiancati, avrebbero sull'Area Marina Protetta di Capo Mortola». Tutte e tre le dighe soffolte arriverebbero a misurare circa 450 metri, affiancate a una serie di opere di difesa della costa già a progetto: tre quarti della dimensione totale della baia. Il comitato sottolinea l'impatto devastante che potrebbe avere sull'ecosistema marino, in particolare sugli abitanti della baia e sull'idrodinamica della stessa.

Alla base delle osservazioni del comitato - al netto delle valutazioni contenute negli studi di incidenza - ci sono alcuni assunti: il primo, che lo stesso piano regolatore della costa redatto da Regione Liguria, in (estrema) sintesi, considera le dighe soffolte se non inefficaci, in alcuni casi addirittura controproducenti in termini di difesa della costa. Oltretutto, sottolineano, sono di fatto vietati nelle aree marine protette gli interventi che inciderebbero in maniera sostanziale e potenzialmente negativa nella conservazione delle stesse. E l'Area Marina Protetta di Capo Mortola, oltre alla posedionia oceanica, ospita fanerogame (che si troverebbero a ridosso della diga, verso il mare aperto) e altre forme di vita. Il comitato denuncia che queste peculiarità non siano neanche state citate nella Relazione sulla Biocenosi.  Insomma: «l'intervento potrebbe compromettere le risorse naturali della Baia di Latte, la linea della costa e l'equilibrio del suo ecosistema».

 

L'intervento dell'Università di Genova

Nel mentre, è  intervenuta anche l'Università di Genova. In sostanza, UniGe aveva dato parere positivo ai singoli progetti, salvo chiedere degli accertamenti quando l'opera è stata considerata nel suo insieme. Comitato e soggetti attuatori sono in attesa delle valutazioni dell'ente. E i tempi sono stretti, perché il tratto di molo più impattante (paradossalmente dalle dimensioni più ridotte),  più vicino a Capo Mortola e alle sua praterie di Poseidonia, è quello con l'iter nella  fase più avanzata. Dal comitato comunicano che i lavori sarebbero partiti a ottobre. E la questione sembra destinata a tenere banco a lungo: sono circa 50 tra associazioni del territorio e privati cittadini coloro che si oppongono all'opera di ingegneria idraulica.

Davide Izetta

 

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