Detenuto manda in tilt la videosorveglianza e demolisce una sala del carcere
Sembrerebbe che il detenuto abbia dato in escandescenze in seguito al ritardo nell'accogliere alcune sue richieste
Oggi l’istituto penitenziario di Sanremo sale sulle cronache per un ulteriore episodio critico cagionato da un detenuto L.R. di origine nord africana.
Detenuto manda in tilt la videosorveglianza e demolisce una sala del carcere
Comunica il SAPPe della Liguria "Il detenuto, irritato forse dal perché non sono state immediatamente accolte le sue richieste, ha dapprima demolito una saletta riservata al tempo libero dei detenuti, successivamente, armatosi con la gamba di un tavolo, ha demolito tutto ciò che ha incontrato sul suo tragitto; si contano ingenti danni per la distruzione di un televisore, armadietti, tavoli finanche un quadro elettrico che gestisce l’impianto di videosorveglianza rendendolo temporaneamente inutilizzabile. Questo è stato possibile perché quel reparto è a regime aperto, ossia i detenuti non sono nelle rispettive celle bensì liberi di muoversi su tutto il piano. Da qui la possibilità -spiegano dal sindacato di polizia - di giungere indisturbati, grazie anche ad una carenza di Polizia penitenziaria, nei posti più sensibili"
Appello del SAPPe
"A fronte di tale inaudita violenza da parte di alcuni detenuti – polemizza il segretario del SAPPe ligure –i quali con le loro azioni mettono in serio pericolo il personale di Polizia Penitenziaria che, negli istituti liguri, opera in sotto organico, senza protezioni, senza tutela legale e senza nessuna dotazione di sicurezza e tecnologici, assistiamo all’imminente nomina da parte del consiglio regionale della Liguria del garante dei detenuti. Sicuramente quella del garante è una figura prevista, nulla da eccepire, evidentemente per i firmatari della proposta questa nomina riveste carattere prioritario. Noi del SAPPe non lo concepiamo, non troviamo motivazioni se pensiamo che la Liguria penitenziaria è stata privata del suo Provveditorato accorpato con quello del Piemonte dove già esiste un garante dei detenuti, quindi di fatto la regione penitenziaria unica, Liguria-Piemonte, ha già un suo garante ma è priva dell’istituto penitenziario di Savona senza che ci sia interesse a riaprirlo. Auspichiamo – conclude il segretario – che la Regione Liguria ponga analoga attenzione nei riguardi del poliziotto penitenziario che, mai come oggi, non è dotato del rispetto e tutela da parte delle Stato e delle sue istituzioni"