Dopo due anni di indagini per l'uso improprio di 360mila euro si chiude in un nulla di fatto l'inchiesta contro Luca Ramone
IMPERIA - Rischia di finire in una bolla di sapone l'inchiesta che nel novembre del 2015 ha portato alle dimissioni di Luca Ramone da presidente della Rari Nantes Imperia, a pochi mesi dalla vittoria dello scudetto femminile di Pallanuoto e in precedenza di due prestigiose Coppe Len in Europa.
Dopo circa due anni di indagini la procura, segnatamente il pm Alessandro Bogliolo, che aveva indagato Ramone per "indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato", ha deciso di non procedere ulteriormente contro l'imprenditore-commercialista, difeso dall'avvocato Carlo Fossati, e - dopo l'ultima proroga di sei mesi dell'indagine - ne ha chiesto l'archiviazione.
A giorni il gip si pronuncerà, ma è assai probabile che per Ramone si chiuda nel migliore dei modi una pagina piuttosto dolorosa della sua fortunata (fino all'epilogo di un anno e mezzo fa) epopea alla guida del sodalizio imperiese, ora presieduto dal commercialista Rudy Leone, ex vice sindaco, assessore e notabile imperiese un tempo legatissimo all'ex ministro Claudio Scajola quando questi era all'apice.
Ramone, che è tuttora nel direttivo della Rari Nantes, era accusato di aver utilizzato gran parte del contributo comunale di circa 360mila euro - destinato originariamente per i lavori di ristrutturazione della piscina Felice Cascione che la Rari nantes aveva in gestione- per pagare i costi di gestione della squadra femminile di pallanuoto. Le indagini (fu affidata anche una consulenza a un commercialista sanremese) non sono riuscite evidentemente a dimostrare un uso improprio dei fondi pubblici
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