Dulbecco diffamato e minacciato per post su eutanasia, gip archivia posizione 102 indagati
Il gip Paolo Luppi di Imperia ha rigettato l’opposizione alla richiesta di archiviazione del pm nel procedimento per diffamazione aggravata
Il gip Luppi non ha accolto opposizione alla richiesta di archiviazione
Il gip Paolo Luppi di Imperia ha rigettato l’opposizione alla richiesta di archiviazione del pm nel procedimento per diffamazione aggravata contro 102 persone accusate di aver insultato, in maniera più o meno grave, il politico di Forza Italia Angelo Dulbecco, attuale sindaco di Caravonica, nell’entroterra di Imperia.
La vicenda riguarda un post sull’eutanasia
che Dulbecco (difeso dall’avvocato Giuseppe Fossati) pubblicò nel febbraio del 2017 nel quale sosteneva: "Hitler almeno lo faceva gratis”, commentando il caso del dj Fabo, tetraplegico in seguito a un incidente, che aveva scelto di morire in una clinica svizzera. Ripreso dai giornali e trasformato in notizia, i contenuti del post vennero successivamente pubblicati e condivisi di nuovo su Facebook.
Da lì decine e decine di commenti e insulti
Nel 2017, la procura di Imperia chiese in prima battuta l’archiviazione del procedimento, sostenendo l’impossibilità di individuare gli autori del fatto, considerato che Facebook ha sede a Palo Alto, in California. “Sono sorpreso - commenta Dulbecco - perché in questa stessa città, per molto meno, sono scattate perquisizioni e molto di più. Secondo me, si crea un grave precedente”.
Sconcerto anche da parte dello stesso avvocato Fossati
“Il giudice dispone l’archiviazione dei procedimenti non per le motivazioni richieste dalla procura e nemmeno per quelle indicate dalle difese degli indagati, ma ravvisando nelle ipotesi la discussione su un tema in senso lato politico nel quale non sono punibili penalmente condotte e affermazioni che astrattamente sono offensive”.
Secondo il legale, che sta valutando di ricorrere in sede civile
(il reato penale si sarebbe comunque prescritto nel giro di sei mesi): “Il senso della decisione è che su Facebook vale tutto. In altri termini, secondo il gip di Imperia, se su Facebook non si è d’accordo con una opinione dell’autore di un post su temi in senso lato politici, è legittimo definirlo, letteralmente: un imbecille, un deficiente, un bastardo schifoso, un porco lurido, un figlio di…., uno da ‘togliere dal mondo’, un ‘minus habens’, un ‘emerito idiota’, un ammasso amorfo di pelle grassa e forfora, il ‘gran visir delle teste di c…’, un miserabile, un ‘piscione del c…’, ‘un pezzo di m…’ e via dicendo”.
Fabrizio Tenerelli