Frode sui contributi ai migranti: imputati tacciono davanti al gip
Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, davanti al gip, nel corso dell'interrogatorio di garanzia: Gianni Morra e la compagna Manuela De Mita

Contributi ai migranti
Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, stamani, davanti al gip, nel corso dell'interrogatorio di garanzia: Gianni Morra, 62 anni, residente a Cuneo e la sua compagna Manuela De Mita, 48 anni, di Asti.
Entrambi sono finiti in carcere, mercoledì scorso, con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e alla frode, in merito alla gestione dei fondi statali destinati ai migranti ospiti dei centri di accoglienza di Vallecrosia e Sanremo, gestiti dalla cooperativa sociale Caribu, della quale i due sono considerati soci occulti assieme a Guido Tabasso, 67 anni, avvocato di Torino, col ruolo di consulente anch'egli finito in manette.
L'inchiesta, condotta dalla Guardia di Finanza e coordinata dalla Procura di Imperia, ha portato in galera anche la sorella di Morra, Antonella, indagata in concorso con l'accusa di autoriciclaggio.
Gianni Morra, detenuto in carcere a Imperia, è stato ascoltato nel locale tribunale; mentre la compagna, detenuta nella sezione femminile del carcere genovese di Pontedecimo, è stata interrogata nel penitenziario di Marassi.
Entrambi sono difesi dall'avvocato Simone Maina, di Torino. Secondo gli inquirenti la cooperativa tratteneva dal 50 al 70 per cento dei fondi statali. I migranti, trattati come bestie (a detta degli inquirenti), erano costretti a mangiare frattaglie del pollo. Tra i tre indagati in stato di libertà anche Alessandra Lazzari, all'epoca funzionario della Prefettura di Imperia, oggi di Torino.
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