SENTENZA IN APPELLO

"Fubetti del cartellino": dopo anni di sofferenze, la doppia assoluzione e ora si contano i danni

E' difficile che ci possa essere un ricorso per Cassazione da parte della Procura Generale. Ora è tempo di guardare in avanti

"Fubetti del cartellino": dopo anni di sofferenze, la doppia assoluzione e ora si contano i danni
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Molti i dipendenti licenziati e mai più reintegrati

La sentenza di assoluzione confermata, oggi, Appello per 8 dipendenti (alcuni ex) del Comune di Sanremo accusati dell’indebita timbratura del cartellino e della violazione della Legge Brunetta, apre ora un nuovo fronte: quello civile delle richieste di risarcimento danni. La possibilità di un ricorso per Cassazione, infatti, viene ritenuta molto improbabile innanzitutto per il principio della “doppia conforme” previsto dalla Riforma Cartabria, che rende non impugnabile la sentenza di primo grado confermata in Appello. Inoltre, di fronte a una doppia conferma di assoluzione, a detta del collegio difensivo, i doppi motivi non sarebbero sufficienti per adire il terzo grado di giudizio, ma si renderebbe necessario provare l’illogicità della sentenza di Appello.

Dal "vigile in mutande" in avanti: c'è aria di risarcimenti

Nel frattempo la vita di otto dipendenti è cambiata, per alcuni in modo radicale, da quell’ottobre del 2015, quando in Comune scattò il blitz della Guardia di Finanza. A partire da Alberto Muraglia, l’agente della polizia municipale in servizio al mercato, passato alla storia come il “vigile in mutande”, in quanto sorpreso dalle intercettazioni ambientali, mentre timbrava il cartellino in mutande (avendo l’alloggio al mercato), per poi tornare in casa a dormire, quando in realtà tornava a indossare la divisa. Muraglia venne licenziato e oggi lavora come riparatutto in un’officina di sua proprietà.

Il suo difensore, l’avvocato Alessandro Moroni, preferisce non addentrarsi nel merito della causa civile, ma è probabile che possa richiedere i danni, soprattutto quelli di immagine. C’è, quindi, Patrizia Lanzoni, ex coordinatrice degli asili nido, nei cui confronti la Corte di Appello di Genova ha recentemente confermato il licenziamento, anche se nel frattempo è scattata la pensione; così come per Maurizio Di Fazio, ex impiegato dell’archivio, oggi disoccupato. Continua, invece, a lavorare in Comune: Roberta Peluffo, ex funzionario del servizio Appalti, difesa dall’avvocato Eugenio Aluffi.

Morabito l'unico a non aver impugnato il licenziamento

Discorso a parte per Sergio Morabito, ex impiegato dell’Anagrafe: “Si tratta dell’unico dipendente a non aver impugnato il licenziamento - afferma il suo legale, l’avvocato Giuseppe Pugliese - pertanto stiamo considerando l’ipotesi di riaprire il suo procedimento disciplinare”.

Non si esclude un suo futuro reintegro in Comune. Per l’ex idraulico Paolo Righetto, il suo difensore, l’avvocato Carlo Ruffoni, attende una nuova udienza in sede civile contro il licenziamento, fissata per il mese di febbraio. “Produrrò il dispositivo della Corte di Appello - afferma il legale - che al novantacinque per cento non dovrebbe essere impugnato, considerata la doppia assoluzione”. Continua, invece, a lavorare come funzionario del servizio Economato, Luigi Angeloni. Il giudice avrà ora tempo novanta giorni per il deposito delle motivazioni. Quindi scattano i quarantacinque giorni per un’eventuale impugnazione, trascorsi i quali, la sentenza passa in giudicato.

Una storia iniziata a ottobre del 2015

Assenze sul lavoro, uso indebito del cartellino, truffa aggravata ai danni dello Stato e reato di falso. Erano questi i reati contestati a circa 130 persone la maggior parte dipendenti del Comune di Sanremo al termine dell'indagine della Guardia di finanza chiamata 'Stachanov' che il 22 ottobre 2015 portò a un vero e proprio terremoto nell'ente pubblico. Di questi 35 finirono agli arresti, 8 ebbero l'obbligo di firma e 75 furono gli indagati. Parallelamente all'inchiesta giudiziaria, in Comune partì l'attività della Commissione Disciplinare, che in pochi mesi emise il verdetto: 32 licenziamenti, 98 sospensioni, 21 sanzioni, 19 rimproveri e 28 archiviazioni, comprendendo nel numero anche dipendenti non direttamente coinvolti nell'inchiesta penale ma 'puniti' dall'amministrazione per 'omesso controllo'.

Nell'agosto 2017 il pm chiese il rinvio a giudizio per 35 persone. Nel gennaio 2020 durante l'udienza preliminare furono dieci le assoluzioni in rito abbreviato, 16 patteggiamenti con pene dai 10 ai 19 mesi e16 rinvii a giudizio. Tra le assoluzioni anche quelle dell'ex vigile urbano addetto al Mercato Alberto Muraglia, che venne immortalato dalle videocamere della Gdf mentre timbrava il cartellino in mutande. Il 30 settembre 2021, all'esito del dibattimento, sono state comminate 15 condanne e un'assoluzione su un totale di sedici imputati con pene variabili dagli 8 mesi ai 3 anni e 7 mesi.

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