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Gdf sequestra nell'Imperiese 14.750 mascherine e altri strumenti di protezione non sicuri

I finanzieri di Imperia hanno sequestrato 14.750 mascherine e un altro migliaio di strumenti di protezione individuale non idonei

Gdf sequestra nell'Imperiese 14.750 mascherine e altri strumenti di protezione non sicuri
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Sequestro mascherine

Un carico di 14.750 mascherine e un altro migliaio di dispositivi di protezione individuale: occhiali di protezione, visiere in plexiglass e termometri a infrarossi, sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza, di Imperia, nel magazzino di una ditta di Taggia, in quanto acquistati in Cina, ma marchiati "CE". Il titolare della rivendita è stato denunciato per frode in commercio. L'indagine è partita da un controllo a una farmacia di Imperia. Dalle fatture di acquisto i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-finanziaria hanno notato che i prodotti, malgrado fossero venduti da un'azienda della provincia di Cuneo, venivano invece consegnati da una società di Taggia.

Da un controllo presso la ditta fornitrice, i militari scoprono un magazzino pieno di scatoloni contenenti ogni genere di dispositivo medicale e di protezione individuale: mascherine chirurgiche, facciali filtranti "ffp2" e "nk95", occhiali, visiere protettive e termometri a infrarossi, già inscatolati e pronti per essere immessi sul mercato. Tutti i prodotti recavano la marcatura "CE", che ne attesta la conformità ai requisiti di sicurezza e salute previsti da direttive o regolamenti comunitari, ma difettavano delle istruzioni non in lingua italiana e dell'indicazione del nominativo dell'importatore.

Il rivenditore, in buonafede, ha mostrato una decina di certificati di conformità, che si sono però rivelati privi di valore. Sono stati trovati certificati predisposti in inglese da due ditte italiane, da una polacca e da una cinese, certificati peraltro inutilizzabili perché non consentiti per i prodotti medicali. Infatti quelli italiani spiegavano, sempre in inglese, che non potevano sostituire la corretta dichiarazione "CE" di conformità, in Italia rilasciabile solo da Inail per i DPI e dall'Istituto Superiore di Sanità per le mascherine.

Nel magazzino sono state trovate centinaia di copie a colori di questi certificati inutili, già inseriti negli scatoloni con i dispostivi destinati alle farmacie. Sono state rinvenute anche migliaia di mascherine contenute in sacchi di plastica sottovuoto e numerose confezioni di packaging (marcato CE) ancora da assemblare. Con molta probabilità i dispositivi sono arrivati dalla Cina alla rinfusa per poi essere inscatolati in loco.

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