Servizio idrico

Giuseppe Torno amministratore unico di Rivieracqua

Già liquidatore di Amat. Il debito della società stimato a 80 milioni. Il socio privato ne porterà 40 più gli investimenti

Giuseppe Torno amministratore unico di Rivieracqua
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Questa mattina Rivieracqua ha presentato la nuova gestione della società che gestisce il comparto idrico della provincia di Imperia e presentato il bilancio. Il nuovo amministratore unico è Giuseppe Torno, attuale liquidatore di Amat.

 

Rivieracqua: bilancio e amministratore  unico

Secondo le nuove disposizioni societarie, l'amministratore unico non potrà  restare in carica per più di sei esercizi consecutivi. Il socio privato, previsto nell'asseto in seguito alla modifica dello statuto porterà 40 milioni di euro nelle casse di Rivieracqua insieme alla possibilità di effettuare degli investimenti. «Di solito- ha spiegato il presidente del Cda Gian Alberto Mangiante- il servizio idrico, se gestito efficientemente, porta dei profitti».

«Lasciamo 35 milioni di euro di lavori- spiega invece il membro del Cda e ex sindaco di Diano Marina Giacomo Chiappori- che devono essere eseguiti tra Sanremo, Imperia e Andora». Attualmente il debito della società  ammonta a 80 milioni di euro, senza l'ingresso del socio privato- al termine della gara europea che sarà  seguito  dalla gestione commissariale, Rivieraqua parrebbe irrimediabilmente condannata alla gestione giudiziaria.

 

La fotografia di Rivieracqua

Lo stato attuale società che fattura oltre 45 milioni di euro, ha più di 200 dipendenti parla in termini di budget forecast. Nel dicembre del 2017,  aveva circa 40 dipendenti, molti in distacco, aveva una istanza di oltre 2 milioni di euro presentata da altri e da lì a pochi giorni  veniva conferito con ordinanza sindacale il depuratore di Imperia.
«L’amministratore nominato oggi entra in un ambiente che non è rosa e fiori- ha aggiunto Mangiante-, ma senz’altro se comparato alla situazione di allora, penso che possa lavorare opportunamente. Noi facciamo il tifo per l’amministratore perché possa completare questo percorso di rivieracqua che ancora non è terminato è in fase critica, tutti devono assumersi responsabilità, impegni e oneri, perché la società deve uscire dalla situazione di disequilibrio».
 Il bilancio 2022 chiude con perdita di 7,8 milioni di euro, dopo una pandemia, una guerra , un’impennata inaudita del costo dei rifornimenti energetici e del costo di approvvigionamento delle materi prime. I sette milioni e 800mila euro sono figli di un incremento del costo energetico che per l’anno 2022 è stato di oltre 14 milioni. Se noi andiamo a depuratore questa perdita del costo incrementale dell’energia, vorrebbe dire che Rivieracqua sarebbe uscita con utile netto di 3,7 milioni di euro.

"Oggi mi sono sentito sollevato"

«Aggiungo qualcosa di personale- ha detto Chiappori-, i mal di pancia, i magoni. Devo dire che oggi  mi sono sentito sollevato, dalla presentazione del bilancio. Abbiamo chiuso il nostro mandato, mi è dispiaciuto un pochino non poter seguire l’ultima fase ed oggi ho imparato qualcosa che non è nel mio carattere ovvero che bisogna sorridere e andare a corrente in un mondo che non cambia, senza mettere i paletti. Bisogna saper sorridere anche se non ne hai tanta voglia. Non credo che Rivieracqua non veda il suo futuro, se c’è competenza rivieracqua sarà una società che arriverà ai 55-60 milioni. Ritengo che non ci possa essere un soggetto che non se la venga a prendere, avrà la capacità si tirare fuori 20.-25 milioni di investimenti da tirare fuori. Mi spiace un po’ pensare che quei sacrifici fatti con Alberto finiscano in mano a una gestione diversa di quella che era l’idea all’inizio dia audo si era fatta questa società, che erano i sindaci».
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