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"Gli agenti non sono gli chauffeurs dei detenuti"

Furiosa nota della sigla sindacale che difende gli operatori di Polizia Penitenziaria in seguito al caso esploso a Sanremo

"Gli agenti non sono gli chauffeurs dei detenuti"
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Con una nota stampa, USPP Polizia Penitenziaria Liguria interviene a margine del caso scoppiato a Sanremo, quando un detenuto è stato accompagnato in auto dagli agenti ad acquistare un paio di occhiali, in un negozio di Arma di Taggia, suscitando un coro di polemiche.

 

 

Agenti scorrano detenuto a comprare un paio di occhiali

"Era già accaduto alcuni mesi fa - scrivono - , prima dell’emergenza COVID-19, in un carcere della Sardegna, allorquando un detenuto, trafficante di droga condannato a 23 anni di  carcere, aveva chiesto e ottenuto di andare in un negozio di ottica all’interno di un centro
commerciale per acquistare un paio di occhiali scortato della Polizia Penitenziaria. L’incredibile  storia si è ripetuta alcuni giorni fa  a Sanremo, dove un detenuto definitivo, con fine pena 2027, che aveva  precedentemente effettuato  una visita oculistica specialistica presso l’ospedale di Imperia,  ovviamente gratuita perché i detenuti in Italia non pagano il ticket sanitario, è stato tradotto in un negozio
di ottica, in pieno centro della cittadina Arma di Taggia, per provare e scegliersi una gradita montatura degli occhiali da vista"

 

 

"Asservimento al primo capitato di turno"

"Al di là delle questioni legate ai livelli di sicurezza - continuano - che ovviamente si sono andate a far benedire, in  quanto ogni uscita dal carcere di un detenuto rende alto il rischio di  una possibile evasione e con  esso il pericolo a cui sono sottoposti gli agenti di scorta, al di là del fatto che l’ordinamento  penitenziario e il corrispondente regolamento di esecuzione indicano  chiaramente quando si  possano ritenere necessarie cure e accertamenti sanitari da svolgersi in  luoghi esterni agli istituti penitenziari, e per come ci sono stati riferiti i fatti questo non  risultava essere uno di quei casi previsti dalla norma, al di là dei soldi dei contribuenti spesi per
eseguire quella che i nostri colleghi
dell’istituto penitenziario di Sanremo firmatari di un documento sindacale congiunto hanno definito una “gita di piacere”, quel che lascia amareggiati è lo stato di  generale asservimento del primo capitato di turno del personale di Polizia Penitenziaria nelle carceri italiane a cui stiamo pian piano assistendo".

 

"Smettere di considerare gli agenti chauffeurs dei detenuti"

"L’USPP - specificano - chiede al Ministro della Giustizia Cartabia e al Capo
del DAP Petralia che si faccia luce su quest’episodio perché è tempo di smetterla di considerare
gli agenti di Polizia Penitenziaria degli chauffeurs istituzionali dei detenuti. Si accertino  le responsabilità di chi ha
consentito quelle modalità di acquisto di un paio di occhiali, che si sarebbero potute eseguire in forme più semplici, meno rischiose e - concludono - meno dispendiose di quelle che sono state adottate".

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