L'operazione

Guardia di Finanza sequestra oltre 2mila mascherine importate illegalmente

Stando alla bolletta doganale, che indicava “fazzoletti di cotone” al posto delle mascherine, la merce era destinata a una ditta di elettronica della provincia di Torino

Guardia di Finanza sequestra oltre 2mila mascherine importate illegalmente
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I militari della Compagnia di Imperia, a pochi giorni da un’analoga operazione, hanno sequestrato 2.227 mascherine FFP2 e 37 confezioni di prodotti gel disinfettanti, custodite nell’abitazione di un cinquantenne imperiese. Il sequestro nasce dall’individuazione presso l’aeroporto ligure di una spedizione proveniente dai Paesi orientali che aveva attirato l’attenzione dei finanzieri della Compagnia di Genova/Sestri- Aeroporto, che vigilano sulle movimentazioni di merci in transito, in particolare sui prodotti sensibili per l’attuale crisi epidemiologica.

Guardia di Finanza sequestra 2mila mascherine importate illegalmente

Stando alla bolletta doganale, che indicava “fazzoletti di cotone” al posto delle mascherine, la merce era destinata a una ditta di elettronica della provincia di Torino. E la consegna ad opera del corriere sarebbe dovuta avvenire in provincia di Imperia. Tanto è bastato per indurre i militari a ispezionare il pacco e trovarvi, al posto dei fazzoletti di cotone, 540 mascherine FFP2. Identificato anche l’effettivo destinatario della merce, un cittadino di Pontedassio residente a Londra, i finanzieri del Reparto Aeroportuale hanno attivato i colleghi della Compagnia di Imperia che in poco tempo lo hanno rintracciato presso una villetta nel piccolo comune dell’entroterra imperiese.

Quando sono entrati nell’abitazione, i militari hanno trovato un deposito di prodotti di alta tecnologia per impianti di videosorveglianza, quali telecomandi, videocamere e sistemi di allarme, per complessivi 2.043 dispositivi con marchio “CE” contraffatto e destinate alla vendita via internet. In mezzo a questa merce i Finanzieri hanno però trovato altre mascherine FFP2, questa volta con marchio “CE” autentico.

A carico della persona, titolare di una società bulgara di commercio on-line, sono stati ipotizzati i reati di manovre speculative su merci (Art. 501 bis C.P.), per aver fatto incetta ed occultato generi di prima necessità per la grave emergenza sanitaria in corso, e di introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi (Art. 474 C.P.). È al vaglio anche la sua posizione fiscale per chiarire se effettivamente l’attività commerciale sia esercitata all’estero ovvero in Italia.

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