I reduci dalla mitica Dakar Carcheri e Pons al Casinò di Sanremo
Pilota e navigatore raccontano la loro esperienza. "Quella volta che si è rotto il cambio in mezzo al deserto"
Il pilota dianese Luciano Carcheri e la navigatrice torinese, icona del rally mondiale, Fabrizia Pons, al Casinò di Sanremo per ringraziare incontrare la Città dei Fiori e la casa da gioco che ha contribuito alla grande avventura della Dakar 2024, a cui hanno partecipato lo scorso gennaio.
I reduci della Dakar si raccontano davanti al Casinò
Al contempo, esposta la vettura Isuzu Vehicross a bordo della quale hanno affrontato fino al traguardo il rally più duro al mondo. «E' stata una gara intensa, anche perché abbiamo dovuto fare molte riparazioni- parola di Carcheri- , la più intensa è stata il cambio che ha condizionato anche la giornata di riposo, perché non avendo il meccanico abbiamo lavorato lo stesso. Siamo stati molto contenti perché abbiamo ottenuto un ottimo risultato. Fabrizia mi ha aiutato a 360°, sia come navigatrice che come
«Luciano è andato benissimo, io ho dovuto imparare tutto perché non avevo mai fatto una "regolarità" in vita mia e avevo giurato che non l'avrei mai fatto- aggiunge dal canto suo Fabrizia Pons- . Adesso vedremo l'anno prossimo. E' terribilmente impegnativa perché si va piano e il navigatore deve essere concentrato al 100% dalla mattina alle cinque alla sera alle sette. E questo ti sfianca. I due piloti annunciano che la possibilità che la coppia si ripresenti insieme alla Dakar 2025 non è più così remota».
Una gara difficile
Una gara impegnativa e sfiancante, tanto da mettere a dura prova piloti scafati: «Nel contesto non pensavo che questa corsa fosse così dura- dice Carcheri- , La maggior parte dei piloti che ho sentito ha giurato che non verrà più il prossimo anno. Perché la corsa era davvero molto impegnativa e i tempi diq eusta edizione erano strettissimi. Npn c'era tempo di arrivare da un controllo all'altro. I percorsi delle prove erano tiratissimi, le giornate non davano tregua».
«A un certo punto abbiamo rotto il cambio in mezzo al deserto- aggiunge Pons raccontando un aneddoto-. Funzionavano solo il folle e la retromarcia. Luciano, serafico, mi ha detto, 'Nessun problema, finiamo la prova in retro'. Erano 160 Km. Gli ho detto, questa volta, forse non si fa. Fortunatamente è arrivata un'auto del comparto sanitario che ci ha trainato(in avanti) fino al termine della prova».
Davide Izetta