Un nuovo progetto

Il 26 settembre l'ora "X" per la funivia Sanremo-Monte Bignone

Un progetto per riqualificare la struttura come regalo al comune per i dieci anni di Ance

Il 26 settembre l'ora "X" per la funivia Sanremo-Monte Bignone
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Come anticipato da La Riviera alcune settimane fa, Ance, l'associazione di categoria che riunisce gli imprenditori edili, regalerà, in occasione del suo decimo compleanno,  un progetto per la riqualificazione della storica funivia Sanremo-Monte Bignone alla Città dei Fiori. 

 

Sanremo-Monte Bignone: Ance regala il progetto al comune per i suoi dieci anni

Il progetto di riqualificazione della funivia dei record (ai suoi tempi sia la più lunga del mondo, con i suoi 7645 metri, sia quella con la campata sospesa tra due piloni più estesa, oltre 1700 metri), sarà presentato in occasione dell'assemblea generale del sodalizio il 26 settembre alle 17:00, presso il Circolo Golf degli Ulivi. Il programma dei lavori dell’assemblea prende il via con i saluti istituzionali da parte delle autorità presenti, a cominciare dal sindaco del Comune di Sanremo Alberto Biancheri e dal presidente della Provincia di Imperia Claudio Scajola. Farà seguito la relazione del presidente Ance Imperia Enio Marino, che avrà come focus la ripresa del settore edile nel Ponente Ligure e introdurrà le motivazioni che hanno spinto l’associazione dei costruttori edili ad abbracciare l’idea di riportare in vita l’impianto a teleferica per il trasporto di persone tramite veicoli sospesi nel vuoto.

 

Un progetto fondamentale per Sanremo

Sarà quindi l’assessore comunale ai Lavori Pubblici, Edilizia Privata ed Urbanistica Massimo Donzella a spiegare l’importanza della funivia per la città di Sanremo, soprattutto per la sua duplice valenza turistico-economica Ad illustrare il progetto di fattibilità per il ripristino della Funivia Sanremo-Monte Bignone sarà invece Vincenzo Barbera dello studio 2B-Eng Ingegneria funiviaria, civile, meccanica, uno dei massimi esperti a livello nazionale di questo tipo di impianti Di particolare interesse si preannuncia la testimonianza che porterà il presidente dell’Ente Funivia Monte Mezzocorona Alois Furlan, che verrà appositamente dalla provincia di Trento per raccontare l’esperienza di un impianto che, pur avendo caratteristiche tecniche diverse da quello di Sanremo, ha una storia e svolge una funzione per molti aspetti similare a quella che salirebbe al Monte Bignone. L’assessore all’Urbanistica, Edilizia, Demanio Marittimo e Formazione della Regione Liguria, Marco Scajola, invece, farà un intervento incentrato sui rapporti tra le regioni e l’Ance.

 

Presente anche il viceministro Rixi

Grande attesa per la chiusura dei lavori, che vedranno protagonista il vice ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili Edoardo Rixi, fondamentale per la realizzazione del progetto soprattutto da un punto di vista economico-finanziario

 

La storia della funivia

La Sanremo Monte-Bignone fu pensata dallo storico podestà Pietro Agosti, a margine del progetto- mai decollato, in realtà- che vedeva la costruzione di Sanremo Vetta, un villaggio turistico a Monte Bignone. Il progetto originale portava la firma dell’ingegnere Tullio Grof che ne fu direttore dal 1937 (primo anno di operatività), fino al 1981, con due stazioni intermedie (Campo Golf a San Giacomo e San Romolo). La gestione iniziale prevedeva una partnership tra comune di Sanremo e Cif (Compagnia Italiana Funivie), poi passata in capo totalmente a Palazzo Bellevue a causa del deteriorarsi dei rapporti tra l’azienda e l’ente. Voluta dallo storico podestà Pietro Agosti, la funivia avrebbe dovuto collegare la città sul mare a Sanremo vetta, un villaggio turistico su Monte Bignone, un programma che naufragò, ma conservò la componente funiviaria.

Danneggiata dai nazisti in fuga, con l’esplosione della strada che collega Coldirodi a San Romolo e ricostruita, continuerà la sua attività fino ai primi anni Ottanta. Nel 1981 vengono chiusi per manutenzione tutti e i tronconi e inizia il periodo delle “corse di prova” eseguite fino a un certo periodo dagli stessi tecnici, guidati dal nuovo direttore, l’ingegnere Locatelli, per mancanza di fondi con cui richiedere verifiche esterne. I collaudi danno esiti differenti. Con l’avvicinarsi della stagione invernale, i cavi della funivia vengono ingrassati- e i vagoncini che ritornano a muoversi fanno ben sperare- ma la funivia non effettuerà mai più una corsa aperta al pubblico. A decretare definitivamente la fine, un fulmine, nel 1984, si scarica contro la cabina di trasformazione di Monte Bignone, dando il colpo di grazia al trasporto pubblico più famoso di Sanremo. Da allora, lo scheletro della funivia continua a stagliarsi, preda di vandali e collezionisti (qualcuno ha persino rubato il motore di emergenza di Monte Bignone). Sono diverse le amministrazioni che hanno tentato di ripristinare il percorso, dal sindaco Davide Oddo a Giovenale Bottini. Nei primi anni novanta si interesserà alla questione anche il Fondo Ambientale Italiano (FAI). L’ultimo progetto a firma Doppelmayr risale al 2019, con impianto trifune.

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