Imperia: il Comune fa dietro front sulla transazione da 200mila euro con Calzia
Inizialmente Calzia chiese 350mila euro di risarcimento (compresi gli stipendi), poi il giudice propose di transare a 200mila euro
A questo punto sarà un perito a decidere la somma che spetta a Calzia
Il Comune di Imperia non ha accettato la proposta transattiva di 200mila euro, nella causa intentata dall’ex e attuale dirigente all’edilizia del Comune di Imperia, Ilvo Calzia, che era stato lasciato a casa per tre anni dal lavoro, tra il 2012 e il 2015, per una serie di vicissitudini giudiziarie legate al porto di Imperia. Calzia, tuttavia, venne assolto con formula piena in tutti i procedimenti penali ed ora chiede la restituzione degli stipendi non pagati, oltre ai danni morali e biologici.
Nel corso della udienza, oggi
su input dell’avvocato roberto Trevia, che assiste Calzia, il giudice del Lavoro, Francesca Siccardi, ha disposto una consulenza per quantificare il dovuto. “Non è stato trovato un accordo con il Comune, neppure su indicazione del giudice - afferma Trevia - così abbiamo chiesto di nominare un consulente tecnico di ufficio per quantificare gli stipendi, di cui ha diritto il mio assistito, che è stato sospeso per tre anni per volontà del Comune”.
E’ stato poi il sindaco Claudio Scajola, nel 2018
dopo il suo ingresso a Palazzo civico, a reintegrare Calzia con lo stesso incarico che aveva in precedenza. “Abbiamo anche chiesto di disporre una consulenza medica per quantificare il danno biologico di Calzia, che per tutta questa vicenda ha sofferto diversi problemi di salute, tra cui la depressione”. In seguito a una consulenza, infatti, gli vennero calcolati dieci punti di invalidità. Inizialmente Calzia chiese 350mila euro di risarcimento (compresi gli stipendi), poi il giudice propose di transare a 200mila euro e quando ormai sembrava conclusa, oggi il Comune ha deciso di tirarsi indietro.