IL CASO

Imperia: sfrattata la boutique solidale per le donne ucraine

L’amministratore del condominio, infatti, ha deciso di “sfrattarla", perché il via vai di auto e di persone, a sua detta, crea trambusto

Imperia: sfrattata la boutique solidale per le donne ucraine
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L'amministratore ha detto "no, troppo trambusto"

E’ durata una settimana la “boutique solidale” per le donne ucraine, che i volontari del comitato di accoglienza “Matteo Lodi”, hanno ricavato in un’autorimessa interrata di via Argine Destro, a Imperia, quest’ultima messa a disposizione da un socio. L’amministratore del condominio, infatti, ha deciso di “sfrattarla", perché il via vai di auto e di persone, a sua detta, crea trambusto e insomma dà fastidio. Il locale era frequentato anche da parecchi italiani, che consegnavano generi di prima necessità, per poi essere redistribuiti.

“Abbiamo sistemato il locale, cercando di renderlo il più accogliente possibile - racconta Carolina Retta, del comitato - per creare non solo un magazzino, dove le donne potevano provare i vestiti, ma anche un punto di incontro in cui socializzare”.

Un ambiente in stile vintage, con scaffali, tappeti, un paio di poltrone e uno spazio giochi per i bambini. Fatalità qualche giorno prima il comitato aveva scritto al sindaco di Imperia, Claudio Scajola, chiedendo un locale, in un punto un po’ più visibile della città, in cui le donne ucraine potessero trascorrere qualche ora con i loro bambini, imparare l’italiano e inserirsi nel tessuto sociale cittadino.

“Dobbiamo dire grazie ai tanti privati, che si sono offerti di ospitare queste persone in fuga dalla guerra - prosegue Retta -. C’è stata davvero una grande solidarietà”. Oggi quel magazzino potrà aprire solo su appuntamento e fino a esaurimento merce, dopodiché dovrà tornare a essere un garage.

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