Imprenditore pronto a chiedere danni per 20 milioni al Comune di Pigna
L'imprenditore, che è anche ex segretario comunale, ha impugnato due delibere ed è pronto a chiedere danni per 20 milioni
Al vaglio del Tar c'è il ricorso contro due delibere
Un imprenditore, di 75 anni, Andrea Littardi, ex segretario comunale in Val Nervia, è pronto a chiedere al Comune di Pigna un risarcimento di circa 20 milioni di euro, qualora il Tar dovesse dargli ragione, nel ricorso contro la mancata autorizzazione a realizzare un allevamento di capre con tanto di caseificio, malgrado in passato fosse stata deliberata la pubblica utilità dell’opera. Due le delibere dell’attuale amministrazione retta dal sindaco Roberto Trutalli, che sono state impegnate davanti al tribunale amministrativo.
Una riguarda la negata autorizzazione, la seconda il “declassamento” a zona boschiva, dell’area in cui avrebbe dovuto sorgere l’azienda. Ex segretario comunale, che ha lavorato in diversi Comuni della vallata (tra cui Dolceacqua, Isolabona e Apricale), Littardi decide di creare un’impresa ai primi del Duemila. Precisiamo che, pur essendo oggi l'azienda intestata alla figlia (Elisa), Andrea ha deciso di portare avanti la battaglia legale.
Ecco cosa riguardano i potenziali risarcimenti
"Il prossimo 16 febbraio, attendiamo il pronunciamento del Tar sulla richiesta di annullamento delle delibere contestate - afferma Littardi -. Nel frattempo, con i miei legali, abbiamo quantificato i danni, nei quali rientrano il danno emergente e quello di immagine, il lucro cessante e potremmo continuare. Preciso che i mancati guadagni sono calcolati a fronte di una mancata attività, che quantifichiamo in 1,5 milioni all'anno per dodici anni; a cui si aggiungono la differenza di prezzo tra costruire allora e costruire oggi e l'incidenza dell'Iva, che è passata dal 19 al 22 per cento. Aggiungiamo anche i costi per reperire il latte in Piemonte; i contributi pubblici e soprattutto privati, che ho perso, non potendo concludere l'operazione. Parliamo ovviamente di danni tutti documentabili”.
Secondo Littardi, che cita lo statuto comunale, di fronte a un parere favorevole del giudice, i danni potrebbero essere chiesti direttamente ai funzionari e agli amministratori comunali interessati. Il caseificio attuale, dunque, si appoggia su un allevamento in Piemonte e, a parte le spese, la produzione è notevolmente ridotta.
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