In Israele dal figlio ricercatore, ex sindaco Vallecrosia e moglie bloccati in Giordania dopo gita

La guerra in Israele ha scatenato anche un caso nei trasporti

La guerra in Israele ha scatenato anche un inevitabile caos nei trasporti, soprattutto per i nostri connazionali che dovevano e devono tuttora rientrare in Italia. E’ il caso, ad esempio, dell’ex sindaco di Vallecrosia, Silvano Croese e della moglie, Annamaria Scarnati, che l’ultimo giovedì di settembre si erano recati a Gerusalemme per trascorrere qualche giorno con il figlio, neurologo e ricercatore al Weizmann Institute of Science, nella greater Tel Aviv.

Ieri avevano deciso tutti e tre di trascorrere qualche giorno nella vicina Giordana

al confine sud di Israele, ma con l’esplosione del conflitto, il pericolo che non potessero rientrare dalla frontiera di un Paese arabo e il rischio che venissero cancellati i voli delle compagnie aeree non israeliane, hanno optato per un veloce cambiamento di programma, raggiungendo Amman in taxi e partendo dalla capitale giordana alla volta di Roma, da dove sono saliti sulla coincidenza per Nizza.

La testimonianza di Silvano Croese, medico ed ex sindaco

“Eravamo ai margini della zona di guerra - racconta Croese -. Poi abbiamo deciso di trascorrere qualche giorno, fino a martedì, in Giordania. Purtroppo, c’è stato il caos. Mio figlio è rientrato regolarmente a Gerusalemme, avendo un visto per lavoro; ma io e mia moglie che avevamo quello turistico, rischiavamo di non poter rientrare a Tel Aviv, dove ci aspettava un volo per l’Italia, che tra l’altro è stato cancellato”. Silvano e Annamaria salgono su un taxi che da Aqaba li accompagna ad Amman. “Abbiamo lasciato le valigie a Gerusalemme, ma mio figlio ce le spedirà nei prossimi giorni. Per fortuna siamo a casa”.

Fabrizio Tenerelli