Inchiesta per corruzione: scarcerato Giovanni Toti
Si aprono le porte della sua villetta ad Ameglia (La Spezia), dopo le dimissioni depositate venerdì scorso
L'ex governatore di Regione Liguria Giovanni Toti ha abbandonato questa mattina gli arresti domiciliari.
Scarcerato Giovanni Toti: si aprono le porte della villa di Ameglia
Difeso dall'avvocato Stefano Savi, ea confinato nella sua villa di Ameglia (La Spezia) dal 7 maggio scorso quando i militari della guardia di finanza lo avevano tratto in arresto in esecuzione di una misura cautelare, a margine della maxi inchiesta per corruzione che lo vede accusato anche di falso, voto di cambio e finanziamento illecito ai partiti. La Gip di Genova Paola Faggioni ha accolto la richiesta di scarcerazione dopo le dimissioni dalla carica di presidente della giunta regionale, venendo a mancare così il rischio di reiterazione dei reati a lui ascritti. Nella giornata di ieri, depositato il parere favorevole anche dalla Procura. La richiesta di scarcerazione era stata bocciata in un primo tempo sia dal Gip che dal tribunale del Riesame.
Le dimissioni consegnate venerdì scorso a Genova dal fedelissimo assessore regionale Giacomo Giampedrone, a sua volta già sindaco della cittadina in cui era confinato il governatore. Come prevede la costituzione, sono decaduti sia esecutivo e consiglio regionale. Il presidente ad Interim Alessandro Piana (Lega) ha convocato le elezioni per domenica 27 e lunedì 28 ottobre. La macchina amministrativa ligure procederà fio alla data delle consultazioni in regime di proroga occupandosi solo dell'ordinaria amministrazione.
Parere contrario, invece, da parte dei magistrati, alla scarcerazione (sempre ai domiciliari), per l'imprenditore Aldo Spinelli, re della logistica portuale a Genova, accusato di aver corrotto sia il governatore Toti che il vertice dell'autorità portuale Paolo Emilio Signorini (quest'ultimo è passato dal carcere di Marassi ai domiciliari a metà luglio, non ha presentato istanza di scarcerazione), in cambio di una serie di favori. Per i magistrati, la reiterazione del reato è un rischio ancora concreto, anche- secondo l'impianto accusatorio- sulla base di quanto emerso dagli interrogatori condotti.