Inchiesta sulle carte truccate al Casinò: tutti i retroscena e i ruoli dei 10 indagati
Ecco cosa emerge dalle carte della maxi inchiesta sulla associazione per delinquere finalizzata alle truffe al Punto e Banco del Casinò

Le contestazione ai 10 indagati
Per ciascun mazzo truccato introdotto tra quelli utilizzabili per le partite del gioco del punto e banco, il cartaio Luigi, detto Silvio Carbone, guadagnava importi di denaro variabili: “ma, comunque, almeno 300 euro per volta”.
E’ quanto si legge nella misura cautelare
a firma del gip Paolo Luppi di Imperia, nei confronti degli appartenenti alla presunta associazione per delinquere finalizzata alla truffa, al peculato e alla corruzione. Dieci le persone finite sotto inchiesta, per fatti commessi dall'ottobre del 2021 almeno fino al 7 agosto 2022.
Oltre a Carbone, si segnalano anche nove giocatori, quasi tutti della provincia di Torino. A capo dell’associazione c’era Francesco Ricotta: “Il quale ne determinava la nascita e, detenendo il potere decisionale, agiva quale coordinatore e referente primario per tutti i sodali - si legge agli atti - nell’illecita attività di truffa ai danni del Casinò di Sanremo, pianificando le condotte strumentali all’attuazione del programma criminoso” e ancora “Impartendo le direttive per il gioco del Punto e Banco, mutando le strategie e la tipologia di artifici e raggiri posti in essere per commettere le truffe ai danni del Casinò di Sanremo”.
Ma non è tutto, a detta degli inquirenti
“Decideva le quote di partecipazione degli associati agli utili e alle perdite derivanti dal gioco del Punto e Banco, decidendo di quali giocatori-associati servirsi per commettere le truffe” ed era anche l’unico interlocutore del cartaio.
Ecco il ruolo dei 10 indagati
Al cartaio Luigi Carbone gli inquirenti contestano non solo la consegna dei mazzi all’organizzazione affinché venissero alterati, ma anche la manomissione delle fascette: “a protezione dei mazzi di carte, apponendo quelle a firma di (…) sui mazzi alterati, e nel falsificare le firme del collega cartaio (…) per eludere i controlli della casa da gioco...".
Ma non è tutto. Secondo gli inquirenti, i giocatori Emilio D’Eliso, Raffaele Leonardo Ferri e Luciano Rossi: “Contribuivano attivamente, effettuando le giocate al tavolo del Punto e Banco del Casinò di Sanremo - si legge agli atti - con le risorse che gli venivano fornite da Ricotta, e in particolare effettuando maggiori puntate in caso di riscontrata alterazione delle carte da gioco con conseguente conseguimento di vincite illecite che successivamente venivano suddivise tra gli associati”.
Stessa procedura per Michele Rubino, che viene considerato il “consigliere di Ricotta, impegnandosi nella ricerca di nuovi giocatori”. Anche Luigi Betti e Antonio Del Core effettuavano giocate “con le risorse che gli venivano fornite da Ricotta” e “collaborando attivamente all’alterazione delle carte da gioco del Casinò di Sanremo”.
E se da una parte Franco De Matteis
doveva "remunerare il cartaio Carbone, attraverso bonifici bancari”; il compito di Islam Amirul era di effettuare il cambio delle fiche con il denaro contante “per la quota spettante a Ricotta Francesco e per conto di quest’ultimo stante l’inibizione all’ingresso nella casa da gioco di controllare le puntate e le modalità di gioco di Del Core".
Le vincite avvenivano in un continuo crescendo
Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, le vincite al tavolo del Punto e Banco da parte dei giocatori indagati avvenivano in un continuo crescendo. Basti pensare che dai 13.160 euro del 5 giugno 2022, si passa ai 31.295 euro del 16 giugno; ai 33.615 euro del 17 luglio; ai 43.320 euro del 6 agosto dello stesso anno.
Si ritiene, dunque, che la presunta truffa abbia fruttato importi per centinaia di migliaia di euro - si parla di oltre 300mila euro - che andranno quantificati, durante il processo. Gli investigatori, inoltre, hanno appurato che i mazzi venivano truccati: “Mediante la cancellazione di una piccola porzione di inchiostro - si legge agli atti - della parte inferiore dei rombi contenente la sigla ‘CM Sanremo’”. Per Raffaele Leonardo Ferri, Luciano Rossi e Michele Rubino si parla di reato “recidivo, reiterato, specifico”.
Così il casinò scopre che le carte erano truccate e c'era una combine
Ecco il codice che utilizzavano gli indagati per conversare al telefono
Ad esempio, il tavolo da gioco viene chiamato “spiaggia”
il termine “sdraio” serve per indicare le carte e il “bagnino” il cartaio. Riferimenti anche ad auto di lusso come la “Ferrari nera/rossa” per indicare il dorso colorato dei mazzi di carte; “parcheggio” o “garage” per l’armadio di interscambio in cui venivano prelevati i mazzi per la missione ai tavoli da gioco.
La paura dello scandalo e le minacce, ecco cosa emerge dalle intercettazioni
Dalle intercettazioni telefoniche si evince che la presunta truffa andava avanti ormai da parecchio tempo, come emerge da una telefonata, avvenuta il 10 luglio 2022, tra Francesco Ricotta e Michele Rubino. In particolare, quando Ricotta sospetta che prima delle Comunali di Sanremo del 2019 (quando venne confermato sindaco Alberto Biancheri) il Casinò fosse già al corrente della vicenda, ma avesse preferito non renderla pubblica per evitare lo scandalo pre elettorale. Mentre nel 2022, dopo i primi passi dall’inchiesta, Ricotta avrebbe minacciato il Casinò di rendere pubblica la vicenda, in mancanza di una accordo transattivo, probabilmente per evitare conseguenze giudiziarie.
“Anche se hanno qualche sospetto e hanno beccato il punto - afferma Ricotta -perché può darsi che l’hanno beccato dopo due anni, gli ho detto è normale…”.
Ma il punto cruciale arriva quando gli inquirenti spiegano che “nella conversazione appena riportata, Ricotta, convinto che il Casinò di Sanremo, resosi conto dell’avvenuta alterazione delle carte da gioco, avesse omesso di rendere pubblica la vicenda al fine di non creare scandali in vista delle (allora) imminenti elezioni cittadine (si intende nel 2019, ndr). Parlando con Rubino, confidava nella volontà della Casa da gioco di tenere celata la vicenda, paventando possibili ritorsioni nei confronti del Cda del Casinò, del sindaco del Comune di Sanremo, e di altre istituzioni in vista delle future elezioni (si intenderebbe nel 2024, ndr), minacciando di rendere noto l’accaduto, salvo accordi transattivi, al limite dell’estorsione”.
“Mi sto dannando la vita con Tony (Del Core, ndr) che fa cazzate una dietro l’altra e gioca di bella!”
“Mi sto dannando la vita con Tony (Del Core, ndr) che fa cazzate una dietro l’altra e gioca di bella!”. A parlare è Francesco Ricotta, intercettato dagli inquirenti, in una conversazione con Emilio D’Eliso in cui si lamenta del comportamento di Del Core al tavolo del Punto e Banco. Quando D’Eliso chiede: “Perché, cosa ha fatto?”, Ricotta risponde: “Ieri è andato fuori di testa, quando è partito Luigi (Betti, ndr) ed ha iniziato a bombardare con tremila telefonate e addirittura… non sono più convinti di lui…”. A un certo punto Ricotta rincara la dose e afferma: “E’ come i tossici, non segue le regole…”.
Fabrizio Tenerelli