Infortunio mortale sul lavoro: pm chiede 8 mesi per il figlio della vittima
La procura ha riconosciuto le attenuanti generiche, evidenziando da un lato il profilo umano dell’imputato, figlio della vittima

Si è conclusa, stamani, davanti al giudice monocratico Eleonora Billeri, di Imperia, con una richiesta di condanna a 8 mesi e due assoluzioni la requisitoria del pm Maria Paola Marrali, al processo per omicidio colposo per la morte di Carmelo Spanò, 51 anni, che perse la vita il 17 dicembre del 2022 per lesioni riportate, dopo essere caduto da una scala, da un’altezza di circa tre metri, nel cantiere di via Cavour, dove stava lavorando assieme al figlio, Samuele, titolare della ditta “Sc Edilizia Generale”, di Ventimiglia, per la quale lavorava il genitore.
Ed è proprio nei confronti di quest’ultimo che c’è stata la richiesta di condanna
E’ invece stata chiesta l’assoluzione per Marco Garlet, proprietario dell’immobile, e Stefano Raimondo, titolare della “Dea Costruzioni”.
La procura ha riconosciuto le attenuanti generiche
evidenziando da un lato il profilo umano dell’imputato, figlio della vittima, dall’altro il fatto che l’impresa risultasse regolarmente in regola sotto il profilo amministrativo. Il difensore di Samuele, l’avvocato Marco Bosio, ha invece chiesto l’assoluzione “perché il fatto non sussiste”, sostenendo che la tragedia sia stata frutto di un evento imprevedibile e non riconducibile a responsabilità penali del giovane.
Fabrizio Tenerelli