il caso all'ospedale di Bordighera

Ingoia la protesi dentaria e rischia di soffocare, ma il medico non se ne accorge

Un ventimigliese di 78 anni, G.B., malato di Alzheimer, che aveva ingoiato una protesi dentaria ha rischiato di morire soffocato

Ingoia la protesi dentaria e rischia di soffocare, ma il medico non se ne accorge
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Un ventimigliese di 78 anni, G.B., malato di Alzheimer, che aveva ingoiato una protesi dentaria ha rischiato di morire soffocato, ma una volta arrivato all’ospedale di Bordighera (che è in gestione privata convenzionata con l'Asl) è stato rimandato a casa.

A denunciare l’accaduto è la moglie dell’uomo

I fatti risalgono alla sera di venerdì 22 marzo e a detta della donna, i medici non si sarebbero accorti del corpo estraneo. Sono le 21.30, quando l’anziano di sente male, la moglie vedendolo soffrire chiama un’ambulanza, ma una volta raggiunto il Saint Charles, il dottore che lo visita decide di rimandarlo a casa. “Non ha nulla, mi dice il medico, è sereno e tutto va bene secondo lui”, afferma la donna. Passa qualche ora e, intorno alla mezzanotte, le condizioni dell’anziano peggiorano. “Non respirava e faticava anche a tossire - aggiunge la moglie -. Lo vedevo che soffriva e così, senza nemmeno aspettare l’ambulanza, lo abbiamo caricato in auto, riportandolo in ospedale”.

Giunti al Saint Charles, la donna fa presente allo stesso medico di prima

che le condizioni del marito sono peggiorate e sospetta, che possa aver ingerito la protesi fissata ai denti. A parte la risposta: “Ma siete di nuovo qui?”, il dottore poi aggiunge: “Non è possibile”. Aggiunge la donna: “Ma io non trovavo la protesi e volevo solo, che lo verificassero con una radiografia”. Anche se il punto di primo intervento di Bordighera, pur essendo aperto ventiquattro ore al giorno, non garantisce in nottata l’esecuzione di esami come i raggi.

La moglie chiede così di accompagnare il marito al pronto soccorso di Sanremo

Ma il medico mi ha risposto di no, che sarebbe stato inutile, perché per i raggi comunque avremmo dovuto aspettare il mattino successivo”. La donna, tuttavia, ignara del fatto che non è così, perché al Borea c’è un vero pronto soccorso, non un punto di primo intervento, resta al fianco del marito tutta la notte in ospedale. “Gli avevano dato un codice verde perché per loro non aveva nulla”.

Solo la mattina successiva, all’arrivo del radiologo

il settantottenne viene sottoposto a radiografia, dalla quale risulta che la protesi era rimasta incastrata nell’esofago. “Mi hanno subito richiamato per mostrarmi l’esito e ci hanno trasferito d’urgenza al Borea di Sanremo, dove ho trovato medici bravissimi e scrupolosi. Una dottoressa, in particolare, è riuscita con una manovra ad estrarre la protesi dalla gola, senza bisogno di dover operare”.

Tutto bene quel che finisce bene, insomma, anche se l’anziano è rimasto per oltre quindici ore con una protesi conficcata nell’esofago in gola. Avrebbe potuto soffocare, ma è andata bene e se la caverà con una terapia antibiotica. La moglie ha già detto che non presenterà denuncia, ma vuole rendere pubblica dam propria esperienza.

Fabrizio Tenerelli

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