La fioritura anticipata salva l'80% della mimosa, la "ritardataria" distrutta dal gelo

La fioritura anticipata salva l'80% della mimosa, la "ritardataria" distrutta dal gelo
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"La fioritura anticipata della mimosa, che inizialmente poteva sembrare un danno, a questo punto si è rivelata provvidenziale, perchè quel venti per cento circa che restava da raccogliere, prima dell'8 marzo, riteniamo che sia andato distrutto dall'ondata di gelo e neve degli ultimi giorni".

Ad affermarlo è Franco Fogliarini, presidente della cooperativa Agroflor di Seborga (Imperia), a cui aderiscono centotrenta produttori di mimosa del comprensorio intemelio, più o meno da Ventimiglia a Ospedaletti (e relativo entroterra), considerata la zona con la più alta produzione della provincia di Imperia.

"Mi azzardo a dire che il cento per cento della mimosa già fiorita e non raccolta e di quella che deve ancora fiorire, sia inutilizzabile - avverte Fogliarini -. Da metà gennaio ad oggi, ne abbiamo già raccolto un buon ottanta per cento, parte della quale è già stata incartonata, parte spedita e parte è nelle celle frigo".

La prima conseguenza è il possibile aumento - in questi giorni che precedono la Festa della Donna - del costo del cartone di tre chili, che da trenta potrebbe salire a quaranta euro. Le zone in cui resta ancora da raccogliere la mimosa sono, più che altro, quelle più ad alta quota, quindi: Rocchetta Nervina, Pigna, Apricale, Perinaldo, Negi e Seborga.

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