La Francia respinge in media 80 stranieri al giorno a Ventimiglia
Al confine stazionano sempre, in media, circa 250 stranieri, in gran parte magrebini o dell’Africa subsahariana, ma anche afgani
Alla frontiera di Ventimiglia continuano i respingimenti
Sono circa 80, in media, i migranti respinti ogni giorno dalle autorità francesi alla frontiera di Ventimiglia. Un numero che varia a seconda del periodo dell’anno, ma che comunque è in linea con l’ormai cronica emergenza umanitaria. Al confine, infatti, stazionano sempre, in media, circa 250 stranieri - in gran parte magrebini o dell’Africa subsahariana, ma anche afgani - che soprattutto di notte tentano di varcare clandestinamente il confine, visto che la Francia continua a tenere blindate le proprie frontiere.
Un dato che ha acquista ancora più significato
dopo le recenti affermazioni del premier Giorgia Meloni, che rivolgendosi ai cugini d’oltralpe ha affermato: “Sui migranti voi ci criticate, ma a Ventimiglia con i respingimenti fate di peggio”. Una situazione quella dei respingimenti - le cosiddette “riammissioni passive” - che induce molti stranieri ad azzardare ancora di più e a mettere a repentaglio la propria vita, pur di espatriare.
E’ il caso, ad esempio, di Ahmed Safi, 19 anni, il migrante afgano che il 7 novembre, dopo essersi lanciato da un tir sull’A10 e aver attraversato di corsa la carreggiata, in galleria, è stato urtato da due auto e trascinato da un tir per circa cinquecento metri fino alla barriera di Ventimiglia. In sette anni, soltanto al confine di Ventimiglia si contano 28 vittime. C’è chi è stato investito sulla ferrovia, chi in autostrada; chi è annegato e chi è rimasto folgorato sul pantografo di un treno.
I metodi utilizzati dalle autorità transalpine
sono molto severi. In passato, più di una volta sono stati utilizzati spray urticanti sui treni, per far uscire gli stranieri nascosti nei bagni. Inoltre, sono stati rispediti in Italia molti minori (spesso spacciati per maggiorenni). Secondo gli accordi internazionali, però, se le autorità italiane riescono a dimostrare l’età inferiore ai diciott’anni dello straniero, quest’ultimo viene restituito alla Francia.
Da segnalare anche l’incessante impegno della polizia di frontiera
nel tentativo di arginare l’attività dei passeur, che in cambio di lauti compensi - si parla anche di centinaia di euro - si offrono di portare gruppi di stranieri in Francia, ma non di rado, capita che li lasciano all’ingresso di qualche sperduto e pericoloso sentiero collinare con l’invito di proseguire a piedi.
Fabrizio Tenerelli