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La protesta: pescherecci a sirene spiegate contro le politiche UE

Le proteste anche in Provincia di Imperia. I suoni registrati saranno recapitati alla Commissione Europea

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I pescatori della provincia di Imperia si uniscono all’appello dell’Alleanza Europea della pesca di fondo per dare vita a una simbolica protesta attuata su ampia scala contro le politiche europee che stanno mettendo a rischio, secondo gli addetti ai lavori,  il futuro del settore.

 

Sirene spiegate per protestare contro le politiche UE

La manifestazione avviene in maniera condivisa per tutte le Organizzazioni nazionali della pesca italiana. I suoni e i video realizzati nel corso della manifestazione verranno successivamente caricati sui social con l’hashtag #SOS_EU_Fishing e trasmessi alla Commissione europea per il 9 maggio, Giornata dell’Europa. Una data, questa, a sua volta simbolica, «scelta- comunica Coldiretti- per esprimere quanto le comunità della pesca abbiano raggiunto il limite e temano per la loro stessa sopravvivenza.»

 

«Mostrare il profondo dissenso- comunicano da Coldiretti- sul bando degli attrezzi mobili di fondo e relative restrizioni proposte dalla Commissione europea attraverso il Piano di Azione per proteggere gli ecosistemi marini».

 

 

L'intervista a Lara Servetti (Lega Coop Liguria)

 

L'intervento dell'Europarlamentate Campomenosi

«Con le sue scelte sbagliate, l’Europa vuole mettere in ginocchio un’eccellenza e un settore fondamentale per l’economia italiana. La Lega al Parlamento Europeo denuncia la miopia e la pericolosità di provvedimenti come l’eliminazione della pesca a strascico, che rappresenta una fonte fondamentale di reddito per le nostre marinerie, e l’aumento della tassazione sui carburanti attraverso la cancellazione degli sgravi fiscali sulle accise. Esprimiamo totale vicinanza ai nostri pescatori che questo fine settimana manifesteranno in tutta Italia: se dovesse passare la linea del commissario Sinkevicius e di Bruxelles, per la pesca italiana sarebbe la catastrofe. Con le sue politiche ideologiche, l’Ue sta colpendo migliaia di imprese, lavoratori e famiglie e i consumatori che rischieranno di non trovare più il pescato italiano: si fermi, prima che sia troppo tardi».

 

Così in una nota congiunta Marco Campomenosi, Capodelegazione della Lega al Parlamento Europeo, e Lorenzo Viviani, responsabile dipartimento Pesca della Lega.

 

Il pacchetto UE: via la pesca a strascico, ma dalle aree marine protette

Il pacchetto sulla pesca sostenibile, presentato lo scorso febbraio, comprende un piano d’azione per la protezione e il ripristino degli ecosistemi marini, una campagna di comunicazione sulla transizione energetica di questo settore e di quello dell’acquacoltura dell’UE, oltre a una valutazione della politica comune in tema (PCP) e dell’organizzazione dei mercati europei, entrambe riformate l’ultima volta nel 2013.

La pesca a strascico è il punto più contestato della manovra, che prevede di abolire gradualmente dalle aree marine protette il trascinamento di pesanti reti sul fondo latino nel tentativo di catturare i pesci, con evidente danno per l'ecosistema marino.

 

Come ha affermato il Commissario europeo per la pesca, Virginijus Sinkevičius, presentando il pacchetto, il piano d’azione non vincolante per l’ambiente marino prevede “la graduale eliminazione della pesca a fondo mobile in tutte le aree protette entro il 2030”.

 

Davide Izetta 

Foto e video Fabrizio Tenerelli 

Foto Roberto Ruscello

 

 

 

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