l'intervento

La tragedia di Nur Alam a Ventimiglia. Ioculano: “Come essere umano, prima che da ex sindaco, mi sento inerme”

Il giovane uomo si è tolto la vita con un coltello lungo il torrente Roja a ridosso del centro della città di confine. La scoperta questa mattina

La tragedia di  Nur Alam a Ventimiglia. Ioculano: “Come essere umano, prima che da ex sindaco, mi sento inerme”

A seguito della drammatica vicenda che nella giornata di oggi ha scosso la comunità di Ventimiglia, con la tragedia del 36enne bangladese Md-Nur Alam, marito e padre di due figli che si è tolto la vita – a quanto è emerso – per le difficoltà economiche, per aver perso il lavoro, oltre che per altri problemi emersi nel corso degli accertamenti di polizia e delle interviste di questo giornale. Scrive l’ex sindaco di Ventimiglia e consigliere regionale del Pd Enrico Ioculano.

L’intervento dell’ex sindaco Enrico Ioculano

Oggi a Ventimiglia ci ritroviamo in stampa nazionale e per qualcosa di terribile, per il giovane magazziniere originario del Bangladesh trovato senza vita lungo il Roja.

Non è solo la tragedia di un uomo, ma il segno di una solitudine che abita troppe persone invisibili.
Persone che lavorano, che cercano di resistere, che si sentono estranee anche nei luoghi dove ogni giorno danno il loro contributo, che con fatica mandano soldi alle loro famiglie facendo qui una vita da zombie.

Come ex sindaco di questa città, ma prima ancora come essere umano, mi sento inerme davanti a questo dolore.
Perché dietro ogni gesto estremo c’è una storia di impotenza, di dignità calpestata, di sguardi mancati, di silenzi che non abbiamo saputo ascoltare.

La solitudine non è solo assenza di compagnia: è assenza di riconoscimento.
E il riconoscimento è il sentirsi visti, accolti, rispettati.

Vorrei che questa tragedia non passasse come un fatto di cronaca, ma come un monito: nessuno dovrebbe sentirsi così solo da pensare di non avere più un posto nel mondo.