L'amara riflessione di Roberto Ravera e della figlia Virginia sul futuro del nostro Paese

E' doloroso per i miei, per i vostri figli, per i figli di questa terra baciata dalla bellezza, pensare di dover andare in un altro luogo, ma sono centinaia di migliaia a farlo in questi anni!.

L'amara riflessione di Roberto Ravera e della figlia Virginia sul futuro del nostro Paese
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L'amara riflessione di Roberto Ravera e della figlia Virginia sul futuro del nostro Paese

 "E' doloroso per i miei, per i vostri figli, per i figli di questa terra baciata dalla bellezza, pensare di dover andare in un altro luogo, ma sono centinaia di migliaia a farlo in questi anni!"

Nel giorno del compleanno della figlia Virginia, medico, Roberto Ravera stimato psicologo dell'Asl 1 Imperiese e da anni impegnato in Sierra Leone dove ha creato una Fondazione che porta il suo nome e che si occupa dei bambini soldato, il post amaro e ricco di riflessione di un padre a una giovane ragazza. Ma anche un post che fa un'analisi dolorosa sul futuro dei giovani italiani costretti a lasciare un paese meraviglioso per poter essere apprezzati.

Riportiamo il post di Ravera così come lo ha pubblicato e nel contempo facciamo gli auguri a Virginia

"Oggi è il compleanno di mia figlia Virginia e ho voluto rubarle qualcosa anziché farle un regalo. Parliamo spesso e ci scriviamo tra di noi riguardo i problemi e le grandi questioni del nostro Bel Paese. Adesso che lei è un medico pensiamo al suo futuro e a tutte la fatica che ha messo per raggiungere con serietà i suoi obiettivi. Ma dentro di noi sentiamo l'amarezza di una Italia che non sa rispondere a tutti i nostri giovani, a coloro che hanno forza, cuore e testa e che, in ultima analisi, pensano che sia meglio andare all'estero. E' doloroso per me rendermi conto che è difficile per questi ragazzi trovare uno spazio dignitoso in Italia. E' doloroso accettare l'idea che il vecchiume di questo dannato e meraviglioso Paese blocca tutto in una specie di valle dei dinosauri e che altrove sanno valorizzare le eccellenze. E' doloroso per i miei, per i vostri figli, per i figli di questa terra baciata dalla bellezza, pensare di dover andare in un altro luogo, ma sono centinaia di migliaia a farlo in questi anni!. Lascio a Virginia di continuare e le chiedo scusa se mi permetto di pubblicare una riflessione che abbiamo fatto in privato. Ma qualche volta è bene condividere ciò che può arricchire... E comunque Virgi: AUGURI di CUORE!

In Italia non abbiamo il patriottismo inglese o americano. Anzi siamo sempre pronti a sventolare le mutande sporche dell'altro, a guardare alle divisioni, alle differenze.

"Non so se è inquietante...è sotto i nostri occhi...voi siete i primi ad essere tra i tanti genitori che dicono ai loro figli di andare via dall'Italia, di non fare la loro stessa fine, che qui non c'è speranza. E andare via e trovare di meglio alla fine è sempre piu semplice, sempre piu alla portata di tutti. 
Penso che l'Italia sia un paese dove le leggi e la burocrazia bloccano un sistema già lento, creano ancora piu difficolta a chi è bravo e vuole andare veloce e invece assecondano i "lenti" e quelli attaccati (alla poltrona, al sistema di prima, alla visione di una volta) e le innovazioni e i cambiamenti spesso non sono bilanciati, non sono pensati per il sistema complesso a cui poi vengono destinati. Vedo in ospedale...tutto fatto sul computer ma poi alla fine la copia cartacea serve sempre, i medici sono sempre li a copiare e trascrivere e i sistemi informatici spesso si bloccano e sono lenti).
In più in Italia non abbiamo quel patriottismo Inglese o Americano. Anzi siamo sempre pronti a sventolare le mutande sporche dell'altro, a guardare alle divisioni, alle differenze. L'Italia è un paese complesso, vecchio e nuovo, alle porte tra sud e nord dell'europa, del mediterraneo, con impianti urbani antichi, con patrimoni inestimabili, con poco spazio vuoto e tantissime persone, con un tenore di vota elevatissimo, con tanti servizi pubblici che è difficile mantenere e questo anche per la poca consapevolezza degli utenti. 
Io credo che la sfida di "salvare" l'Italia non possa neanche partire se non si decide prima su cosa puntare, su che Italia vogliamo, su quali potrebbero essere i cavalli di battaglia del nostro paese e sulle priorità...perché c'è talmente tanto da fare che se non si fa un piano ben centralizzato sarà sempre così...che in alcuni luoghi ci sono degli esempi di eccellenza (nella sanità ospedaliera/territoriale / preventiva /nelle università/nelle scuole/ nei comuni / nei progetti di recupero ambientale...) e luoghi di corruzione o semplicemente di sperpero...
Però dall'altra parte uno poi si chiede cose significa essere Italiano? Significa qualcosa o no? Perché se significa qualcosa allora forse andare via non è una grande soluzione...."

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