Semi lockdown

Ecco le 268 aziende escluse dal decreto "Ristoro" in provincia

Confartigianato: «Discriminazione inaccettabile, chiediamo una correzione del decreto in sede di conversione»

Ecco le 268 aziende escluse dal decreto "Ristoro" in provincia
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Alimentazione, pesanti esclusioni dal decreto Ristori Fuori dai 53 codici inseriti nel decreto le pizzerie e rosticcerie da asporto, la produzione di gelati e pasticceria fresca. Esclusa anche tutta la filiera dell’agroalimentare.

In provincia di Imperia 268 imprese escluse dal decreto Ristoro

Sono 2.638 le imprese liguri del settore ristorazione senza somministrazione (le pizzerie e rosticcerie che rientrano nel codice 561020), di cui 1.520 a Genova, 243 a Imperia, 354 alla Spezia e 521 a Savona, attualmente escluse dai ristori. Anche le imprese di produzione di gelati e pasticceria fresca (codici 105200 e 107120) non rientrano dei settori beneficiati e rappresentano 161 imprese in Liguria (Ge 72, Im 25, Sp 27, Sv 37).

Discriminazione inaccettabile

Costi (Confartigianato): «Discriminazione inaccettabile, chiediamo una correzione del decreto in sede di conversione» Approvato in settimana il decreto Ristori che prevede un contributo a fondo perduto per le imprese con uno dei 53 codici individuati (vedi tabella allegata): tra gli altri, ristoranti, bar, gelaterie, pasticcerie e catering, taxi e ncc, palestre ed eventi. Le imprese che avevano già presentato la domanda per il contributo previsto nel decreto Rilancio non dovranno fare alcuna richiesta e beneficeranno del nuovo ristoro attraverso l’accredito sul conto corrente, da parte dell’Agenzia delle entrate, entro il 15 novembre. Per chi farà la domanda per la prima volta (per esempio le imprese con un volume d’affari sopra i 5 milioni di euro, escluse dal precedente decreto) i tempi slitteranno al 15 dicembre e il criterio sarà lo stesso: il fatturato dell’aprile 2020 dovrà essere inferiore del 66% di quello di aprile 2019. L’importo sarà erogato sulla base del fatturato 2019 e del coefficiente attribuito alle singole categorie: si stima un contributo tra i mille e i 150 mila euro.

Ma tra i settori individuati dal decreto manca tutta la filiera dell’agroalimentare e soprattutto la produzione di gelati e pasticceria fresca e le pizzerie e rosticcerie da asporto, che hanno difficoltà di sopravvivenza solo con il domicilio e l’asporto che è offerto ora da tanti esercizi e ristoranti. «La chiusura anticipata – sostiene il segretario di Confartigianato Liguria, Luca Costi – colpisce tutta la filiera dell’agroalimentare e in particolare i settori delle pizzerie da asporto e rosticcerie, nonché la produzione di gelati e pasta fresca. Una discriminazione inaccettabile che chiediamo di correggere in sede di conversione del decreto».

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