L'esame del dna conferma: il corpo trovato in mare a Ospedaletti è di Yulia
Che si trattasse di Yulia era certo, tuttavia mancava il riconoscimento formale da parte di un familiare, che però non è stato possibile

Appartiene a Yulia Rong, 65 anni, data per scomparsa dal marito la sera dello scorso 11 gennaio, il corpo trovato in mare, a Ospedaletti, dopo undici giorni di ricerche in tutto il comprensorio intemelio.
La conferma arriva dall’esame del dna
Che si trattasse di Yulia era praticamente certo, tuttavia mancava il riconoscimento formale da parte di un familiare, che però non è stato possibile. Il volto della sessantacinquenne, infatti, era sfigurato e considerato che sarebbe servito poco mostrarlo ai familiari, si è voluto risparmiare una scena raccapricciante al marito.
A quel punto, visto che non c’erano effetti personali
o altri particolari su cui far riferimento, l’autorità giudiziaria ha deciso di procedere tramite il consueto riscontro genetico, necessario più che altro dal punto di vista burocratico. I fatti. Martedì 14 gennaio, quando sono cominciate le ricerche, i cani molecolari, che erano partiti dalla casa che la coppia aveva preso in affitto nel centro storico di Bordighera, sono giunti fino alla spiaggia di Arziglia, dove è stato anche trovato il cappotto della donna.
Per tre giorni, inoltre, sono proseguite le perlustrazioni aeronavali
con un elicottero e una motovedetta della Guardia Costiera, nel tratto di mare fino al confine con la Francia. I due coniugi avrebbero dovuto recarsi in un ristorante di cucina orientale della zona, dove avevano già prenotato un tavolo. E dire che si erano sentiti poco prima della scomparsa. Il marito dice a Yulia di attenderlo sotto casa, perché doveva vestirsi e sarebbe sceso da lì a poco. Giunto in strada, però, non la trova. La moglie si è volatilizzata nel nulla. Così inizia a percorrere tutte le strade del centro storico, chiamandola per nome, ma di lei nessuna traccia.
Fabrizio Tenerelli


