L'informazione e il giornalismo ai tempi della "post-verità", tra regole, abusi e nuove consuetudini

L'informazione e il giornalismo ai tempi della "post-verità", tra regole, abusi e nuove consuetudini
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Sanremo - E’ in corso al Teatro dell’Opera del Csasinò di Sanremo il convegno: “L'informazione e il giornalismo ai tempi della "post-verità", tra regole, abusi e nuove consuetudini”. L'incontro ha il patrocinio della Regione Liguria e del Comune di Sanremo. 

Un poker di "professionisti dell'Informazione" che, attraverso le loro rispettive esperienze di livello internazionale, analizzano le criticità e la grandezza di un mestiere da sempre al contatto con la gente, un mestiere,  che come scrive Mimmo Candito ( C'erano i reporter di Guerra pag 21 ) "trova la propria identità nel diritto della testimonianza diretta e consapevole, del contatto ricercato e approfondito con la realtà che si vuole raccontare". Fake news, macchina del fango, moltiplicazione dei luoghi per l'espressione libera del pensiero, diritto all'oblio... Il contesto dell'informazione assume confini sempre meno definibili,dagli sviluppi imprevedibili. 

Il pubblico ci guadagna? Quali sono le regole del giornalismo? Valgono ancora quelle?  A dare il via al dibattito, la settima edizione del Manuale di diritto dell'informazione e della comunicazione (Cedam-Wolter Kluwer), scritto da Ruben Razzante, giornalista e docente di Diritto per l'informazione all'Università Cattolica di Milano. 

A discutere con lui, Marcello Sorgi, giornalista, editorialista de La Stampa, già direttore del quotidiano di Torino e del Tg1; 

Giuseppe Cruciani, giornalista e conduttore del programma radiofonico 

La Zanzara su Radio 24; e Gianluigi Nuzzi, giornalista, scrittore e conduttore di Quarto Grado su Rete 4. 

A moderare l'incontro, Lucia Scajola, giornalista di Panorama con Marzia Taruffi, Responsabile dell'Ufficio Stampa e Cultura del Casinò di Sanremo. 

Le dichiarazioni dei relatori: 

Marcello Sorgi: "Le regole del giornalismo sono sempre le stesse: controllare le notizie prima di pubblicarle, ascoltare fonti contrapposte, presentarle ai lettori senza pregiudizi. Basta applicarle". 

Giuseppe Cruciani: "Non so più quello che faccio. Anche il giornalista. Ma l'importante non è avere un tesserino ma essere intellettualmente onesti e liberi da ogni pressione. Lavoro ogni giorno per questo". 

Gianluigi Nuzzi: "Sta finendo un'era geologica e il giornalista deve recuperare anni luce di credibilità persa, di carriere costruite sulle tessere di partito e su privilegi anacronistici, più che chiudersi in se stesso, dovrebbe abbandonare qualsiasi sistema di potere e autofinanziarsi". 

Ruben Razzante: "Di fronte al dilagare di fake news e di "polpette avvelenate" che infestano il circuito mediatico, occorre rilanciare il tema della qualità dell'informazione. Lo si può fare recuperando i principi deontologici che consentono un corretto esercizio del diritto di cronaca nel rispetto delle persone coinvolte nei fatti. Mai come in questo periodo tutti gli operatori del settore, dagli editori ai giornalisti, senza dimenticare i colossi della rete, sono chiamati a uno sforzo sinergico per preservare un bene pubblico come quello delle notizie e un diritto sacrosanto come quello del cittadino ad essere informato correttamente". 

Lucia Scajola: "Fino a pochi mesi fa, questo era un argomento per addetti ai lavori e uffici legali dei gruppi editoriali: non è più così. La messa sotto accusa dei media da parte di Trump e Grillo, la circolazione di fake news, il moltiplicarsi dei canali di comunicazione stanno portando il tema al centro dell'attenzione. Per entrare nel concreto della materia, si è pensato di mettere a confronto la regola, rappresentata dal professor Ruben Razzante, con  la pratica, attraverso tre fuoriclasse: Marcello Sorgi, per la carta stampata, Gianluigi Nuzzi, per la televisione, e Giuseppe Cruciani, per la radio". 

Fotoservizio di Fabrizio Tenerelli

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