L'omicidio di Amoretti a Sanremo: ricostruite in Corte d'Assise le indagini degli investigatori
E’ tornato in aula, stamani, davanti alla Corte di Assise di Imperia, il processo per omicidio che vede alla sbarra Mario Bonturi
La ricostruzione delle indagini degli investigatori
E’ tornato in aula, stamani, davanti alla Corte di Assise del tribunale di Imperia, il processo per omicidio che vede alla sbarra Mario Bonturi, 64 anni, il mercante di preziosi di Nizza Monferrato (Asti) accusato dell'omicidio di Luciano Amoretti, 75 anni, l'ex commerciante di orologi, ucciso nella notte tra il primo e il 2 di agosto 2020, nella propria abitazione, di corso Garibaldi, a Sanremo, con un colpo di "mazzetta" alla testa. Nel corso dell’odierna udienza è proseguita l’escussione dei testi dell’accusa (sostenuta dal pm Francesca Bugané Pedretti) .
La deposizione del vice ispettore di polizia, Fabio Di Flumeri
A partire da Fabio Di Flumeri, il vice ispettore commissariato Sanremo, che ha ricostruito l’attività investigativa, decollata il 2 agosto, quando la figlia della vittima ha chiamato i soccorsi, poco dopo avere trovato il padre riverso nel soggiorno-cucina dell’appartamento. Parte così una volante del commissariato alla volta di via Garibaldi. Raccolte le testimonianze della figlia della vittima e dei vicini, la polizia comincia a passare in rassegna i filmati delle telecamere di videosorveglianza. “Dalle immagini dell’hotel - spiega - Vediamo che alle 21 del 1 agosto, attraverso il cancello pedonale che porta al condominio, il signor Amoretti entra in compagnia di un altro individuo”.
La descrizione del killer
E aggiunge: “Ha circa 65 anni, i capelli bianchi, una maglietta nera con la scritta Influencer sul dorso, pantaloni senape e infradito. Notiamo che guardando in direzione dell’albergo, vedendo le telecamere, mette una mano davanti al volto”. Quell’uomo all’apparenza sconosciuto si rivelerà essere Bonturi, l’assassino di Amoretti.
Sono circa le 21.30, quando Bonturi esce dal cancello coprendosi nuovamente il volto con un porta documenti di plastica, poi rinvenuto nella sua auto, in seguito alla perquisizione. Gli agenti scoprono che poco prima delle 21, Amoretti era stato chiamato proprio da Bonturi e con un accertamento presso la Motorizzazione Civile, gli agenti acquisiscono la foto della patente dell’uomo: “La somiglianza tra il soggetto che entrava e usciva dalla casa di Amoretti e Mario Bonturi era evidente”, aggiunge Di Flumeri. Gli investigatori ricostruiscono ogni minimo movimento di Bonturi a Sanremo.
Viene ripreso alla guida di una Volvo di colore scuro
assieme un altro uomo, Giuseppe Diotti, che poi viene prosciolto, in quanto si dichiarò estraneo alla vicenda. A salvarlo fu un selfie davanti alla statua di Mike. Lo si vede in via San Francesco, in via Roma, poi nei pressi della vecchia stazione, dove parcheggia. A piedi, i due, raggiungono e percorrono via Matteotti e poi si fermano al bar Astra per diversi minuti. Poi tornano, a piedi, dalla vecchia stazione. Viene anche ripreso mentre, verso le 20.50, quando riceve la telefonata di Amoretti. “Questa telefonata è compatibile con la chiamata che Amoretti riceve alle 20,50. Dopo qualche minuto arriva Amoretti con la sua Mercedes e Bonturi sale in auto con lui. Li riusciamo a seguire con le telecamere fino a via Garibaldi”.
E’ poi la volta di Maurizio Toso, sostituto commissario, in forza alla squadra mobile di Sanremo
che ha ricostruito l’attività investigativa che ha portato all’identificazione di Mario Bonturi. La deposizione risguarda soprattutto gli istanti dopo l’omicidio, quando Bonturi si cambia d’abito: “Prima di lasciare Sanremo, Bonturi si era cambiato. Dallle telecamere si vede un abbigliamento diverso dell’uomo, che prima indossava indumenti particolari, come i pantaloni lunghi color senape, e poi una maglia grigia e un pantalone scuro”. Ma non è tutto. Sembra addirittura che il presunto killer si sia pure lavato a una fontana. “Ma dagli accertamenti forensi, è emerso che anche su questi nuovi capi di abbigliamento, c’erano tracce di dna riconducibili alla vittima”.
A questo punto Toso parla dell’arma del delitto
una mazzetta, che Bonturi avrebbe lanciato in un fiume. Un oggetto molto simile ad altri da lavoro trovati nell’abitazione di Amoretti. Non finisce qui. Subito dopo l’omicidio, inoltre, Bonturi comincia a cercare su internet eventuali notizie dell’assassinio. “Prima ancora che la notizia venisse riportata dagli organi di stampa - spiega -. Quando poi, intorno alle 11, esce la prima notizia sull’omicidio a Sanremo, Bonturi stacca uno dei suoi telefoni, probabilmente per eludere le intercettazioni”.
L'ultimo teste è stato il medico legale Andrea Leoncini
Leoncini racconta che la salma aveva delle lesioni sul capo; lacerazioni al cuoio capelluto, fratture multiple della teca cranica e lesioni interne. "Lesioni - ha affermato - che possono essere identificate come causa del decesso". Quindi, anche traumi più lievi, come contusioni ed ecchimosi a livello della spalla destra, del polso destro e della mano sinistra. E poi, ferite su mano destra, indice di trauma di schiacciamento. "Le lesioni che ho descritto a livello del polso della mano destra, sinistra e spalla, sono compatibili con traumatismi derivati da colluttazione. Riguardo le lesioni ho potuto evidenziare che avevano caratteristiche tali da essere prodotte da un corpo contundente: traumi di energia molto elevata". Il medico legale ha stimato in 5-10 minuti il tempo necessario per arrivare al decesso, dall'inizio dell'azione lesiva.