Nuovo scontro a distanza tra il senatore Gianni Berrino, sanremese, fedelissimo di Giorgia Meloni e il segretario nazionale della CGIL Maurizio Landini. Questa volta, il casus belli è la definizione della premier che il sindacalista ha reso in TV, ospite di Giovanni Floris: “Cortigiana di Trump”.
“Meloni cortigiana di Trump”. Berrino non ci sta e attacca Landini: “Scelga cosa fare, o il politico o il sindacalista”
“Il linguaggio utilizzato dal segretario della Cgil Maurizio Landini nei confronti del presidente del Consiglio Giorgia Meloni è intollerabile” Così in una nota il senatore Berrino, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Giustizia.
“Darle della cortigiana di Trump travalica i limiti del confronto politico perché lede la dignità di una donna che ricopre un incarico istituzionale importante. È un’espressione oltremodo grave, in quanto svela l’ipocrisia di una sinistra che si riempie la bocca di slogan femministi. Dal momento che Landini ha indetto per il 25 ottobre l’ennesima manifestazione contro, non si sa contro cosa visto che la manovra dovrà essere ancora approvata, appare evidente che il suo vero obiettivo sia quello di innalzare le tensioni sociali per meri fini politici. Se Landini ha davvero ambizioni politiche, faccia un gesto di serietà, si dimetta da segretario della Cgil e si candidi a segretario del Pd, così da mettere alla prova le sue capacità di fare opposizione al presidente Meloni in un contesto istituzionale e non di scontro continuo. Basta con questo teatrino irresponsabile che mette a rischio la coesione sociale e la sicurezza dei cittadini. È tempo di scegliere da che parte stare: con le istituzioni o con la divisione”.
“Portaborse, dama di corte”
Anche la stessa premier, con un post su X ha risposto al segretario della CGIL. L’equivoco nascerebbe dal significato i cui si intende il termine cortigiana, che in forma più moderna descrive una prostituta, più arcaicamente, una donna di corte. E’ stato lo stesso Floris a sottolineare il possibile fraintendimento a Landini, chiedendo di chiarire. Il sindacalista intendeva “Alla corte di Trump, portaborse di Trump”. Secondo il sindacalista, che difendeva la scelta degli italiani di incrociare le braccia e scendere in piazza a sostegno del popolo palestinese, la premier Meloni non avrebbe inciso poi molto nelle trattative che hanno portato al recente cessate il fuoco tra Israele e Hamas limitandosi a restare “nella scia” del presidente USA Donald Trump.