Migranti: aumentano i flussi alla frontiera e il vescovo "bacchetta" la Francia
Con l’avvio dell'estate è salito a 150, in media, il numero di stranieri che ogni giorno si presenta alla Caritas per colazione e pranzo

Crescono i flussi alla frontiera con la Francia
Crescono i flussi migratori verso la Francia. Con l’avvio della calda stagione è salito a 150, in media, il numero di stranieri che ogni giorno si presenta alla Caritas per la colazione e il pranzo. Migranti che poi cercando di espatriare o che in attesa di varcare il confine vivono in tede o capanne lungo il greto del fiume Roya. Il numero, però, è indicativo ed è sicuramente più alto tenendo presente, che non tutti si rivolgono alla Caritas. “La situazione è differente da un giorno all’altro - spiega Maurizio Marmo, responsabile della Caritas Intemelia -. Lunedì scorso erano 180, poi sono scesi a 150 e a 100, e quindi sono risaliti di nuovo. In media, comunque, si registra un crescendo di arrivi”.
Molte anche le donne con i bambini, che possono trovare ospitalità in due alloggi messi a disposizione dalla diocesi. “Anche noi diamo ospitalità a una quindicina di persone appartenenti alle fasce più vulnerabili - prosegue Marmo -. La maggior parte degli stranieri è di nazionalità afgana e irachena, ma ci sono anche curdi, nigeriani, sudanesi e della Costa d’Avorio”. La mancanza di un centro di accoglienza, anche provvisorio, rende ancora più difficile l’accoglienza.
La lettera del vescovo Suetta che bacchetta la Francia
In una lettera pubblicata ieri sul sito della diocesi, il vescovo Antonio Suetta ricorda l’anniversario dei sette anni da quel 11 giugno 2015 in cui il governo francese sospese gli accordi di Schengen, ripristinando i controlli alla frontiera. “Tale decisione - si legge - rinnovata di 6 mesi in 6 mesi, perdura tuttora e continua a produrre conseguenze molto negative, innanzitutto nei confronti delle persone migranti in viaggio, ma indirettamente anche verso la Città di Ventimiglia”.
E ancora: “Al confine è infatti sistematica la richiesta dei documenti, ma solo a chi ha la pelle scura, con il conseguente respingimento e la permanenza in città per uno o più giorni. Ma tutto ciò in questi anni non ha fermato le persone migranti, le ha portate a rivolgersi ai trafficanti oppure a rischiare la vita per evitare i controlli; purtroppo sono decine le vittime: folgorate sui tetti dei treni, cadute dalle montagne, investite sull’autostrada…”.
Suetta, quindi, interviene sulle differenze di trattamento tra i profughi africani o asiatici e gli ucraini. “La decisione del Governo francese risulta ancora più ‘stridente’ - spiega - da quando è iniziata la guerra in Ucraina in quanto ai profughi ucraini è riconosciuto il diritto a muoversi all’interno dell’Unione Europea ed a scegliere in quale paese rifugiarsi”. Anche il vescovo, come Marmo, auspica che: “A livello locale, in attesa che le scelte in ambito europeo cambino, si proceda finalmente e speditamente con l’apertura di un nuovo centro di accoglienza per affrontare una situazione assai complessa per i migranti e per il territorio e per riconoscere la dignità delle persone in viaggio”.