Morte di Martina Rossi: presidio in piazza Dante per chiedere giustizia
Attesa per la sentenza in appello bis che vede due giovani aretini accusati di tentata violenza sessuale
Manifestazione a Imperia, questo pomeriggio, in piazza Dante, per chiedere giustizia per Martina Rossi, la studentessa 20enne di origini imperiesi che nel 2011 precipitò dal balcone della stanza di un hotel a Palma di Majorca perdendo la vita. Secondo l'accusa, la giovane stava cercando di sfuggire a un tentativo di violenza sessuale.
Presidio in piazza Dante per l'appello bis sulla morte di Martina Rossi
La rete "Non una di meno", molto attenta alle tragiche tematiche che la vicenda abbraccia, ha perciò organizzato la manifestazione per pretendere giustizia per la ragazza. Nei prossimi giorni la sentenza per il processo di appello bis, celebrato quando la corte di Cassazione ha accolto il ricorso, lo scorso febbraio, della procura di Firenze e annullato la sentenza di assoluzione in appello per i due giovani Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, di Castel Fibocchi (Arezzo), accusati di tentata violenza sessuale. Prescritto l'altro reato di cui erano accusati, ossia morte come conseguenza di altro reato.
L'iter giudiziario
In primo grado, i due erano stati condannati a 6 anni dal tribunale di Arezzo, poi, lo scorso 9 giugno erano stati assolti in appello perché "il fatto non sussiste". La suprema corte ha ribaltato la sentenza e ordinato un nuovo processo di secondo grado.
La ricostruzione dell'accusa
Secondo l'accusa, Martina Rossi sarebbe salita nella camera di Albertoni e Vanneschi, nella notte tra il 2 e il 3 agosto 2011, nello stesso hotel in cui alloggiava la ragazza, in quanto le amiche con cui era in vacanza avevano formato delle coppie con altri ragazzi della stessa compagnia di aretini. All'alba, sempre secondo quanto ha ricostruito il pubblico ministero, la ragazza sarebbe precipitata dal balcone, nel tentativo di sfuggire all'aggressione sessuale dei due giovani. Le prime indagini, in Spagna, avevano archiviato il caso come suicidio. Sono sati i genitori della ragazza, Bruno Rossi e Franca Murialdo - sempre presenti in aula - a lottare affinché il caso venisse riaperto.