l'indagine

Morti sul lavoro, la Liguria balza in fascia rossa: +25%

Regione per regione ecco dove ci sono state più vittime nei primi due mesi del 2025

Morti sul lavoro, la Liguria balza in fascia rossa: +25%
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Sono già 138 i morti sul lavoro accertati quest'anno in Italia. E il dato è in difetto perché si ferma al primo bimestre 2025. E in questa triste classifica (che a livello nazionale segna un +16% rispetto allo stesso perioldo 2024) spicca la Liguria, che è una delle 7 regioni in zona rossa, vale a dire con un incidenza di +25% rispetto alla media nazionale. La provincia di Imperia sotto questo aspetta appare virtuosa. Nessun caso.

Le altre sei regioni a rischio sono  Basilicata, Umbria, Trentino-Alto Adige, Puglia, Abruzzo e Calabria. I dati sono elaborati dall'Osservatorio Sicurezza e ambiente Vega.

Trasporti, magazzinaggio e manifattura le attività più colpite

A febbraio sono 101 gli infortuni mortali in occasione di lavoro e 37 quelli in itinere. In Lombardia e in Veneto il maggior numero di vittime totali. Trasporti e Magazzinaggio e Attività Manifatturiere i settori più colpiti dal fenomeno. Diminuisce il numero delle denunce di infortunio complessive (mortali e non): -3,4% rispetto a febbraio 2024.

Mauro Rosato: "Già 19 decessi in più dello scorso anno"

“Nel primo bimestre 2025 il dramma continua inesorabilmente e tragicamente - dic Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre Con un segno più che allarma soprattutto chi come noi lavora per la sicurezza sul lavoro quotidianamente. Perché rispetto al 2025 le vittime sono aumentate del 16%. Si contano già 138 decessi, 19 in più dello scorso anno. E sul podio dell’insicurezza nazionale, in zona rossa, c’è oltre un terzo della Penisola”.

Dalla zona rossa alla zona bianca, il rischio regione per regione

A finire in zona rossa a febbraio 2025 con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 4,2 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono: Basilicata, Umbria, Trentino-Alto Adige, Puglia, Liguria, Abruzzo e Calabria. In zona arancione: Veneto, Toscana e Piemonte. In zona gialla: Lombardia, Campania e Lazio. In zona bianca: Emilia-Romagna, Sardegna, Marche, Sicilia, Friuli-Venezia Giulia, Molise e Valle d’Aosta.

A maggior rischio gli ultrasessantacinquenni

Anche nel primo bimestre dell’anno l’Osservatorio mestrino elabora l’identikit dei lavoratori più a rischio per fascia d’età. E lo fa sempre attraverso le incidenze di mortalità (per milione di occupati).  Un dato, quest’ultimo, che continua a essere preoccupante tra i lavoratori che hanno maggiore esperienza; infatti l’incidenza più elevata si registra proprio nella fascia d’età degli ultrasessantacinquenni (7,7) e in quella compresa tra i 55 e i 64 anni (7,1) seguita dalla fascia di lavoratori tra i 45 e i 54 anni (4,4).

La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (38 su un totale di 101).

Stranieri rischiano il doppio degli italiani

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro nel mese di febbraio sono 21 su 101, con un rischio di morte sul lavoro che risulta essere più che doppio rispetto agli italiani. Infatti, gli stranieri registrano 8,4 morti ogni milione di occupati, contro il 3,7 degli italiani che perdono la vita durante il lavoro.

I numeri assoluti delle morti sul lavoro

Sono 138 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 101 in occasione di lavoro (10 in più rispetto a febbraio 2024) e 37 in itinere (9 in più rispetto a febbraio 2024). Ancora alla Lombardia va la maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (17). Seguono: Veneto (11), Puglia (9), Lazio, Piemonte e Toscana (8), Campania, Trentino-Alto Adige ed Emilia-Romagna (6), Umbria (5), Liguria (4), Basilicata, Abruzzo e Calabria (3), Sicilia (2), Marche e Sardegna (1). Ancora senza vittime: Friuli-Venezia Giulia, Valle d’Aosta e Molise. (Nel report allegato il numero delle morti in occasione di lavoro provincia per provincia).

Alla fine di febbraio 2025 Attività Manifatturiere e Trasporti e Magazzinaggio sono i settori che fanno registrare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono entrambi con 12. Seguono le Costruzioni (11) e il Commercio (7).

Il martedì e il mercoledì sono i giorni più luttuosi della settimana, ovvero quelli in cui si sono verificati più infortuni mortali nel primo bimestre dell’anno (20,8%).

Ma le denunce di infortunio in diminuzione

Le denunce di infortunio totali diminuiscono anche se di poco rispetto a febbraio 202 (-3,4%). Erano, infatti, 92.711 a fine febbraio 2024 e nel 2025 sono passate a 89.556.

Anche a inizio del 2025 il più elevato numero di denunce totali arriva dalle Attività Manifatturiere (9.324). Seguono: Sanità (5.191), Costruzioni (4.528), Trasporto e Magazzinaggio (4.435) e Commercio (4.366).

LE DENUNCE TOTALI PER GENERE, NAZIONALITÀ ED ETÀ

Le denunce di infortunio delle lavoratrici a febbraio 2025 sono state 33.713 (27.306 delle quali sono denunce di infortunio in occasione di lavoro). Mentre sono 55.843 le denunce totali degli uomini (49.699 in occasione di lavoro).

Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro a febbraio 2025 sono 7, mentre 8 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.

Le denunce dei lavoratori stranieri sono 17.450 su 89.556 (circa 1 su 5). E sono 14.944 le denunce dei lavoratori stranieri registrate in occasione di lavoro su un totale di 77.005.

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 21, mentre sono 9 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere.

La fascia di età più colpita in occasione di lavoro e in itinere è quella che va dai 45 ai 54 anni con 18.742 denunce (il 20,9% del totale).

COS’È L’INCIDENZA DEGLI INFORTUNI

L’incidenza degli infortuni mortali indica il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una data area (regione o provincia) ogni milione di occupati presenti nella stessa. Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra le diverse regioni, pur caratterizzate da una popolazione lavorativa differente.

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