Muri alle frontiere per fermare i migranti: Marmo (Caritas), così non si fermano i flussi
"Innalzando muri alle frontiere non è detto che si riesca a fermare il flusso di migranti, sicuramente lo si potrà rallentare”
L'Europa vorrebbe innalzare muri alle frontiere
"Innalzando muri alle frontiere non è detto che si riesca a fermare il flusso di migranti, sicuramente lo si potrà rallentare”. Così il responsabile della Caritas Intemelia, Maurizio Marmo, commenta l’ipotesi dell’Europa, avvallata dal nostro premier Giorgia Meloni, di creare delle barriere ai confini nazionali, per frenare il flusso di stranieri.
“In generale - ha aggiunto - l’aumento dei controlli ha sempre portato a un’assunzione di maggiori rischi da parte dei migranti e a un incremento della presenza di passeur. Alcune persone sono costrette a rivolgersi a trafficanti, a pagamento, per superare il confine e i controlli”.
Riguardo i rischi, a parlare sono gli ormai innumerevoli incidenti mortali
da parte di stranieri che tentano di varcare il confine con la Francia: chi a piedi in autostrada; chi aggrappato ai cavi dell’alta tensione dei treni oppure a piedi sulla ferrovia.
"I muri potranno solo rallentare il viaggio"
“Considerata l’esperienza locale, dove non ci sono muri, ma controlli sistematici, la nostra impressione è che la maggior parte delle persone troverà il modo di proseguire”. Per Marmo, l’innalzamento di muri non potrà far altro che rallentare il viaggio dei migranti, che anziché proseguire in giornata, si fermeranno qualche giorno in più a Ventimiglia, nel tentativo di trovare la strada giusta o il momento opportuno per espatriare.
Conclude Marmo: “Bisognerebbe aprire corridoi umanitari legali per le persone in fuga dalle guerra, per chi cerca lavoro o un ricongiungimento familiare”. In merito ai transiti in frontiera, sempre secondo la Caritas, al momento possiamo parlare di 80-90 persone al giorno, un numero non elevatissimo, che in estate a volte triplica e anche di più.
Fabrizio Tenerelli