Negozi del Dianese chiusi per il "No al Cpr"
"Chiudiamo un'ora per non chiudere più". Lo slogan che riassume la protesta contro il paventato Centro di Permanenza per il Rimoatrio
«Chiudiamo un'ora per non chiudere più». Lo slogan della serrata prevista questo pomeriggio, dalle 17 alle 18, che vedrà tutti i negozi del Golfo Dianese abbassare le serrande per un'ora in segno di protesta contro l'istituzione di un Centro di Permanenza per il Rimpatrio (Cpr) sul territorio.
Una serata di un'ora contro il Cpr
La protesta, appoggiata dalle associazioni di categoria, proposta dal comitato «No Cpr» che da mesi si batte contro l'installazione prevista nella ex Caserma Camandone a Diano Castello. La struttura raccoglie i migranti irregolari con provvedimento di espulsione a carico in attesa di essere condotti nel loro paese di origine. Il Comitato sottolinea l'impatto negativo che la struttura potrebbe avere sul tessuto socio economico del Golfo Dianese, che basa gran parte della sua economia sul turismo.
L'ipotesi di un Cpr alla Camandone non è affatto sicura. Il luogo è solo uno tra quelli individuati dal Ministero dell'Interno per la realizzazione di un centro in Liguria. Il governatore Giovanni Toti, nei mesi scorsi, aveva avuto un colloquio telefonico con il ministro Matteo Piantedosi che, in sostanza, aveva confermato come il Viminale non avesse ancora preso una decisione definitiva. La serrata, dunque, vuole essere un messaggio chiaro per escludere definitivamente il Golfo Dianese dalla lista. Nelle scorse settimane anche un appello del sindaco di Diano Marina, Cristiano Za Garibaldi, che aveva chiesto ai rappresentanti eletti sul territorio, il senatore Gianni Berrino (FdI) e il viceministro alle Infrastrutture e Trasporti Edoardo Rixi (Lega), di intercedere per permettere a una delegazione del Golfo di esporre le proprie ragioni direttamente a Roma.