"Niccolò ci ha insegnato molte cose, ha parlato con la voce del silenzio"
Sono circa 500 le persone, che nella chiesa di Santa Maria Maddalena, a Bordighera Alta, si sono strette attorno al feretro di Niccolò
Oltre 500 persone per l'ultimo saluto a Niccolò Bosio
Sono circa 500 le persone, che questo pomeriggio, nella chiesa di Santa Maria Maddalena, a Bordighera Alta, si sono strette attorno al feretro di Niccolò Bosio, 31 anni, figlio dell’avvocato Marco Bosio e della dottoressa Elisabetta Barletta, morto quattordici anni dopo le conseguenze di non incidete avvenuto, il 17 aprile del 2009 in via generale Vincenzo Rossi, a pochi metri dal casello di Bordighera. L’ingresso del feretro è stata accolto sulle note di “Una vita da Mediano”.
“Sei stato così capace di rimanere il riferimento anche quando il progetto ha preso una forma diversa, completamente diversa”, ha affermato il parroco don Luca Salomone, nel corso dell’omelia.
Commoventi anche le parole del padre del giovane
“Niccolò è riuscito a creare una comunità. Non ha attraversato invano la sua vita, ma ha tracciato il solco. Era speciale, un ragazzo speciale. E' entrato dentro il nocciolo della vita e ci ha insegnato molte cose. Ha parlato con la voce del silenzio. Ci ha insegnato a riparare ciò che all'apparenza sembrava irreparabile; ci ha insegnato a organizzarci; ha dettato lui i ritmi della sua e della nostra vita. Sono stati anni sereni”.
A rendergli l’estremo saluto c’erano molti amici, familiari ma anche semplici conoscenti
L’uscita del feretro è avvenuta sulle note di un altro brano di Ligabue, L’amore che conta. In seguito a quel tragico incidente, la vita di Niccolò è cambiata radicalmente; dopo essere uscito dal coma non è stato più autosufficiente. I genitori e i medici hanno tentato l’impossibile per fare in modo che potesse tornare a muoversi come prima, ma purtroppo il destino era ormai segnato.
Fabrizio Tenerelli